L’arrivo delle piattaforme sulla scena della mobilità delle aree metropolitane ha portato benefici per i consumatori. Meno in Italia, dove il settore si è arroccato. Resta però la necessità di migliorare l’offerta dei servizi, anche in tempo di pandemia.
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Il 2020 è stato un anno d’oro per le piattaforme di food delivery. Ma ora si intravedono nuvole all’orizzonte. Perché quando la pandemia finirà, torneranno di moda i ristoranti. E l’allargamento delle tutele dei lavoratori farà aumentare i costi.
Nel 2020 il mercato delle compravendite di abitazioni ha subito una contrazione, pur senza particolari conseguenze sui prezzi. Il calo è soprattutto di domanda. E tra le agenzie immobiliari cresce ora il pessimismo sulla durata della “perturbazione”.
Da settimane la Lega calcio rinvia la decisione sui diritti televisivi della Serie A per il prossimo triennio. Due le offerte, di Sky e Dazn. Quali effetti avrà la scelta finale sul futuro del calcio e di tutto il sistema dei media e delle comunicazioni?
La Commissione ha presentato a dicembre una proposta che introduce un nuovo scenario di regolazione e politica concorrenziale per le piattaforme digitali, rafforzando la sinergia con l’antitrust. Le conseguenze potrebbero essere drastiche.
La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per la proroga al 2033 delle concessioni balneari. Un’assegnazione per gara comporta però problemi specifici in questo campo. Ecco un meccanismo che ne risolverebbe molti.
La decisione della Corte europea sul contenzioso Mediaset-Vivendi apre la strada anche in Italia al processo di convergenza tra televisioni e società di telecomunicazioni. Con la prevalenza del videostreaming diventa centrale l’infrastruttura.
L’accordo tra Tim e Cdp può finalmente sbloccare la situazione delle reti di telecomunicazione. E la creazione di un’unica rete fissa ultrabroadband sembra una scelta razionale. Restano però da definire molti aspetti. A partire dal ruolo dello stato.
Le difficoltà sulla vicenda della revoca della concessione ad Aspi affondano le radici nel complicato rapporto tra diritto privato e diritto pubblico nei contratti pubblici. Forse è il caso di dare più fiducia agli strumenti di tutela privatistici.
L’accordo del 14 luglio non ha risolto tutte le questioni del caso Aspi. Perché allora non riproporre il modello del 1999, con Atlantia nel ruolo di venditore e Cdp in quello di nucleo stabile acquirente? Servirebbe più tempo, ma con benefici per tutti.