Nell’ultimo periodo di programmazione dei fondi europei l’Italia ha mostrato le consuete difficoltà di gestione. Alla fine, ci sono stati anche risultati positivi, ma inferiori a quelli raggiunti negli altri paesi. Il nostro paese si deve dare più efficienti regole di programmazione e valutazione.
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Sulle pensioni la legge di bilancio 2017 conferma quanto era già stato anticipato. Le coperture derivano sostanzialmente da misure una tantum. Suscitando dubbi sulla sostenibilità futura dei provvedimenti. Il poco tempo per l’approvazione non permetterà miglioramenti attraverso gli emendamenti.
Nella Relazione alla legge di bilancio 2017 si può leggere cosa accadrà ai conti pubblici con la manovra 2017-19. Nel triennio, spesa pubblica ed entrate aumentano rispettivamente di 19 e 55 miliardi. Ma cresce anche il deficit pubblico. Da dove nascono le preoccupazioni di Bruxelles e dei mercati.
La definizione agevolata delle somme iscritte a ruolo non sembra essere altro che un condono fiscale. Elimina infatti sanzioni e interessi di mora per tributi non pagati. In più crea disuguaglianze tra contribuenti e non risponde agli obiettivi del governo. Un provvedimento per fare cassa.
Nel Documento di bilancio inviato a Bruxelles il governo si impegna a proseguire il lento calo del deficit e a iniziare una riduzione del debito sempre promessa ma finora mai realizzata. I risultati più consistenti sono in arrivo, grazie alle clausole di salvaguardia future, solo nel 2019.
La disciplina del bilancio dello stato è nella legge costituzionale del 2012 e nelle norme successive. Con l’introduzione del concetto di “equilibrio di bilancio”. Provvedimenti recenti prevedono la fusione tra legge di stabilità e legge di bilancio.
La legge di bilancio 2017 stanzia quasi 2 miliardi per le pensioni e solo 600 milioni per il sostegno alle famiglie con figli. Ma le risorse non sono l’unico problema. La frammentazione degli interventi finisce per portare alla riproduzione intergenerazionale e territoriale della disuguaglianza.
Nella legge di bilancio 2017 il governo manterrà l’impegno a non far scattare l’aumento dell’Iva. È una scelta che risponde a una ricerca di consenso politico immediato. Perché se si facessero i conti su un orizzonte più ampio, la manovra darebbe vari vantaggi. Agire solo sull’aliquota più alta.
Con il suo avanzo delle partite correnti, la Germania è oggi il maggior responsabile degli squilibri finanziari globali. Imprese e famiglie risparmiano e non fanno gli investimenti che contribuirebbero alla crescita europea. Il confronto con la Cina e l’importanza delle filiere internazionali.