La dimensione media degli interventi finanziati con fondi strutturali è nel Mezzogiorno almeno tre volte superiore rispetto al resto del paese. In termini assoluti, però, si ha una vera e propria polverizzazione dei progetti. Bisogna invece concentrare gli sforzi in un’unica direzione.
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L’inclusione dell’economia criminale all’interno del Pil avrebbe un senso “economico” solo se l’Europa intendesse legalizzare quel tipo di attività. Così, invece, rappresenta solo una fonte di errori statistici incommensurabili. I concetti di “domanda di mercato” e “comune accordo tra le parti”.
Le politiche di austerità, attuate simultaneamente in molti paesi dell’Eurozona, non sono riuscite nemmeno a ridurre il debito pubblico. La pro-ciclicità insita nelle regole europee è potenzialmente molto pericolosa: basta vedere i danni di lungo periodo che la grande recessione ha prodotto.
Non sappiamo quale sarà il futuro di Carlo Cottarelli, dopo il suo attacco frontale alle scelte del Parlamento. Una vicenda che mette in luce un nodo irrisolto: il difficile rapporto tra tecnici e politici quando si affrontano tagli di spesa. Un dossier con molti suggerimenti.
Se si vuole evitare di sottoporre un paese allo stremo a una cura da cavallo, il Governo ha una sola strada a disposizione: portare a termine almeno una riforma strutturale entro ottobre. E per farlo, può usare la Legge di stabilità per una profonda razionalizzazione della spesa pubblica.
In autunno ci aspetta una manovra sui comuni basata sui fabbisogni standard? È uno strumento da utilizzare con cautela. Perché se è una buona idea mettere a disposizione dati e informazioni per un confronto sulle modalità di offerta dei servizi, altra cosa è pensare di servirsene per fare cassa.
Con due nuove regole, una sulla spesa e una sul debito, proseguiamo nell’esame delle norme di finanza pubblica a cui devono attenersi i paesi europei. Insieme alle altre creano un dedalo difficile da decifrare, che si presta a molte interpretazioni. E anche a possibili forzature.
Il secondo intervento della guida alle regole europee in materia di bilancio si concentra sull’Obiettivo di medio termine. Si calcola attraverso una formula complessa e ben poco intuiva. Per uscire dal vicolo cieco, l’Europa ha bisogno invece di semplificare e rendere trasparenti i suoi parametri.
Con la riforma del Patto di stabilità e crescita, le regole europee in materia di bilancio sono diventate più flessibili, ma meno comprensibili per i cittadini. Come orientarsi? Proponiamo una guida, iniziando dal saldo strutturale e dall’output gap. Con l’auspicio di stime più precise in futuro.
Il nuovo sistema europeo di contabilizzazione prevede di inserire nei dati nazionali anche stime del fatturato prodotto da traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione e contrabbando. Per l’Italia significa un miglioramento nei rapporti tra debito e Pil e deficit e Pil. Investimenti in R&D.