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Categoria: Conti Pubblici Pagina 58 di 102

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Ringrazio chi ha commentato. Molti punti sono interessanti e meritano attenzione. Amelia Beltramini solleva il dubbio che io abbia conflitti d’interesse, ovvero se non lavori in qualche modo per l’industria della difesa.

POCHI RISPARMI DALLA DIFESA

Nel dibattito sulla manovra Monti non sono mancate le voci che hanno chiesto di compensare una spesa sociale inalterata con riduzioni per quella militare. Che però è pari a circa lo 0,50 per cento del Pil, se depurata di stipendi e pensioni. Eventuali tagli ai programmi d’armamento produrrebbero risparmi limitati. Anzi potrebbero avere forti conseguenze negative, considerato il ruolo dell’industria italiana in questo settore. Perché il nostro export militare significa comunque posti di lavoro, imposte e nuovi investimenti in ricerca.

SARÀ RECESSIONE. E SARÀ GRAVE

Le regole europee impongono deflazione nei paesi squilibrati e i programmi di austerità la realizzano. L’applicazione di stime Fmi al consolidamento fiscale italiano mostra che l’assenza del cambio e la simultaneità dell’aggiustamento europeo rendono molto più gravoso l’impatto recessivo rispetto all’esperienza del 1992, quando si adottò una manovra simile. Solo un intervento della Bce, volto a sradicare le aspettative sfavorevoli dei mercati, orienterebbe in senso positivo un percorso altrimenti autodistruttivo. 

MA LA DISCIPLINA (TEDESCA) NON È TUTTO

 Le conclusioni del Consiglio europeo, fatte proprie dai paesi dell’Unione con l’eccezione della Gran Bretagna, rappresentano la vittoria delle posizioni tedesche e segnano una linea di continuità rispetto al rafforzamento del Patto di stabilità e crescita, sancito nel cosiddetto patto EuroPlus. Il presupposto è che la crisi europea del debito nasca dalla mancanza di disciplina fiscale e che per uscirne sia necessario prevenire i disavanzi e rafforzare le sanzioni contro i paesi indisciplinati. Si tratta di un’analisi grossolana che avrà effetti recessivi sulla zona dell’euro.

L’ITALIA SALVATA DAI SUOI RISPARMIATORI

Per spezzare il circolo vizioso determinato dagli alti tassi di intesse sul debito pubblico, occorre fare affidamento sui risparmiatori italiani. Come hanno già fatto negli anni Novanta, dovrebbero acquistare fino a tre quarti dei titoli di Stato. In questo modo l’Italia potrebbe sopportare anche un lungo periodo di alti tassi. Alla Bce il compito di garantire la stabilità del sistema bancario. L’Italia non dovrebbe avere nessun problema di rispettare la nuova regola del deficit aggiustato per il ciclo al di sotto dello 0,5 per cento del Pil.

EFFETTO IMU

 Aver introdotto l’Imu sull’abitazione di residenza rende immediatamente iniqua la manovra Monti? In realtà, l’Imu sulla prima casa ha effetti distributivi meno negativi dell’Ici 2007. Non è così invece per le seconde case, per la contemporanea eliminazione delle rendite catastali dall’Irpef. Una scelta forse da riconsiderare perché assieme alla cedolare secca sui canoni di locazione erode ancor di più la base imponibile dell’Irpef, rendendola sempre più simile a un’imposta sui soli redditi da lavoro e pensioni. E se poi una parte dei “poveri” fossero solo evasori?

COME RICONOSCERE UN’AUTO DI LUSSO

 La manovra del governo aumenta la tassa di bollo per le autovetture che superano i 185 chilowatt. Il presupposto è che una vettura potente è una vettura di lusso. Ma non è un’equazione corretta perché non tiene conto del rapido deprezzamento delle auto e del fatto che esistono fuoriserie con meno chilowatt di una media cilindrata. È poi molto probabile che i produttori adeguerebbero i loro modelli in modo da aggirare la tassa. Meglio sarebbe allora fare riferimento al reale valore di mercato delle auto, utilizzando le già esistenti banche dati private.

PREGI E DIFETTI DELL’IMU

Un terzo della manovra del governo si fonda sull’imposizione immobiliare, attraverso l’introduzione dell’Imu. Il provvedimento ha diversi pregi: torna la tassazione sulla prima casa, aumenta il gettito con una tassa che non incide sulla crescita e ridà ai comuni una potente leva di fiscalità. Più discutibili la compartecipazione dello Stato a un tributo locale, l’inasprimento sulle locazioni e la mancata soluzione delle iniquità del sistema delle rendite catastali. E in generale, si va forse verso un nuovo modello di federalismo fiscale con più autonomia e meno solidarietà?

PUÒ FUNZIONARE UN’EUROPA SPEZZATA IN DUE?

 Quella che è stata vista come la spaccatura dell’Unione Europea, potrebbe in realtà essere l’unico vero risultato del vertice di ieri: sancire una integrazione a due velocità tra paesi all’interno e all’esterno della zona euro. Ma siamo ancora lontani da una vera unione fiscale nell’area, perché manca un percorso definito che dia legittimità democratica alle istituzioni che dovrebbero guidarla. Deludente anche la Bce, in cui prevale la rigidità della Bundesbank.

COME EVITARE LA SINDROME GRECA

Nell’Italia di Monti si aggira come uno spettro la minaccia che la manovra anti deficit finisca per generare una recessione tale da far calare il Pil più di quanto faccia calare il deficit. Senza la possibilità di svalutare, l’unico rimedio consiste nella riduzione dell’Irap oggi e dei contributi sociali domani, quando la riforma delle pensioni sarà entrata a regime. È l’unica svalutazione oggi alla portata di mano dell’Italia: la riduzione del costo del lavoro.

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