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Categoria: Energia e ambiente Pagina 58 di 60

Il Protocollo al via

Ormai vicina la ratifica russa, il Protocollo di Kyoto potrà finalmente entrare in vigore. E’ un fatto epocale, perché è uno dei pochi trattati internazionali che vincolano così tanti paesi e su una materia di grande rilievo come quella del clima, che tocca interessi economici rilevantissimi. E’ soprattutto un successo della parte ambientalista della burocrazia di Bruxelles. Pone le premesse per l’assunzione di più stringenti impegni nel futuro. E dunque sarà bene che anche in Italia si cominci a pensare seriamente a come rispettare gli impegni internazionali.

Il petrolio non brucia la Borsa

I numeri ci dicono che tra variazioni dei corsi azionari e variazioni del prezzo del greggio esiste una relazione minima. Così come è molto limitato l’impatto recessivo se l’accelerazione dei prezzi è una correzione di forti discese precedenti. Molte le differenze con la crisi degli anni Settanta. In termini reali i valori attuali rimangono lontani dai picchi di allora e la dipendenza dal petrolio delle economie industrializzate si è fortemente ridotta. Il fattore strutturale nuovo è la crescita della domanda di petrolio dai paesi asiatici.

Petrolio: le cose non dette

La folle corsa estiva del prezzo del petrolio, non ancora terminata, è stata seguita da vicino e tutti ne parlano. Il dibattito ha dimenticato o non ha sottolineato in modo sufficiente alcuni elementi, ad esempio che il prezzo reale del petrolio è molto minore oggi che nel 1973-74. Li offriamo al lettore in forma di pillole, più o meno indigeste, partendo dalle analisi tradizionali dei problemi delle risorse naturali fino a considerare il maggior costo del petrolio anche in relazione al sistema ambientale.

Politiche dell’ambiente

Politiche dell’Ambiente

Cliccando sulle risposte sintetiche si potrà accedere al testo completo delle risposte

 
Alleanza Nazionale

 

Lista Bonino

 

Forza Italia

 

Italia dei valori

 

Patto Segni

 

Uniti nell’Ulivo

L’Europa deve procedere all’attuazione del protocollo di Kyoto? No. E’ importante adottare misure contro l’effetto serra ma il Protocollo di Kyoto appare discutibile per l’incertezza dei suoi costiSi. L’Italia ha ratificato il protocollo di Kyoto.  Si richiede però l’utilizzo di strumenti meno costosi e più efficienti, altrimenti si abbassa la competitività dell’Europa nei confronti dei Paesi che non ratificano il protocollo. No Il problema inquinamento e’ ” il Problema ” del Terzo Millennio perche’ plafona lo sviluppo. Rispetto a ciò, il protocollo di Kyoto è un paravento ingannevole per gli equilibri mondiali. Occorre ripartire urgentemente da zero nell’approccio alla soluzione del problema inquinamento. Si L’Eu dovrebbe negoziare affinché tutti i paesi accettino il protocollo, usando anche ritorsioni commerciali. Si. Se la Russia non ratificherà il trattato certo l’impatto sulle emissioni non sarà risolutivo, ma nemmeno trascurabile, per questo è importante che l’Europa proceda all’attuazione
Siete favorevoli alla tassazione ambientale i cui proventi possano essere destinati al funzionamento di tecnologie alternative? No. Certamente l’Ue deve farsi carico di promuovere la ricerca in tecnologie alternative nelle fonti rinnovabili anche se l’armonizzazione fiscale ambientali a livello europeo non è auspicabileNo a nuove tassazioni, i combustibili fossili sono già molto tassati in Europa. No. I combustibili fossili vanno eliminati. Il problema non va però impostato sotto l’aspetto economico. Non ci devono essere limiti di spesa alla ricerca energetica.Si. La tassazione può essere un passo avanti. Le imprese devono essere tra le prime ad investire in ricerca per nuove fonti di energia rinnovabili. Si alle tassazioni a livello europeo, finalizzate a dare risorse per la ricerca nell’ambito delle energie e rinnovabili
Siete favorevoli all’armonizzazione delle politiche dei trasporti e ad un pagamento di pedaggi all’ingresso delle città? No all’armonizzazione delle politiche.

Si al pedaggio d’ingresso.

No all’armonizzazione delle politiche nel settore dei trasporti.

No al pedaggio a pagamento perché non funziona al fine di ridurre la circolazione

No. Il tema trasporti come fonte d’inquinamento è artificioso come tutto il problema energetico.

No. I pedaggi all’ingresso delle citta’, il cui risvolto ambientale trova mille altre soluzioni. Sono un’idea da Medioevo. La.soluzione del problema è solo un fatto di volontà, non di risorse finanziarie. Il problema va condotto a livello locale.

Si. all’omogeneizzazione del settore dei trasporti.

Si al pedaggio di entrata nelle città purché escluda i residenti e metta comunque a disposizione degli utenti un servizio efficiente per entrare nelle città.

Si a standards comuni europei. L’Europa è l’unità di misura con cui progettare e costruire il futuro dei trasporti.

Si ai pedaggi , se accompagnati da più servizi pubblici per chi vuole entrare nelle città.

L’insostenibile spreco di risorse della Pac

La Politica agricola comune (Pac) costa alle famiglie europee oltre cento miliardi di euro allÂ’anno. Oltre lÂ’80 per cento dei sussidi alle esportazioni pagati nel mondo sono finanziati dai contribuenti europei, che pagano anche i tre quarti circa di sussidi agricoli finalizzati al sostegno dei prezzi. Gli effetti sui mercati internazionali sono molteplici e significano minor benessere e minor ricchezza non solo per i paesi poveri. Il problema si aggrava ora con lÂ’estensione della Pac ai nuovi Stati membri Ue. Eppure di questo grande spreco di denaro pubblico si parla molto poco.

L’alba del giorno prima

La probabile ratifica russa del Protocollo di Kyoto dà ulteriore forza e credibilità all’iniziativa europea sul mercato dei permessi. Ma dalle indiscrezioni sui piani provvisori sembra che l’ammontare relativo dei permessi di emissione assegnati alle industrie sia troppo alto. E circolano dubbi sulla reale capacità della Commissione europea di sanzionare i piani troppo generosi. Intanto, negli Stati Uniti sono i singoli Stati a prendere iniziative per la riduzione delle emissioni di gas serra. Mentre si spera, forse ingenuamente, nell’elezione di Kerry.

E l’Italia ha un piano

Pubblicato, anche se non in versione definitiva, il piano nazionale di allocazione delle emissioni di gas serra. Si istituisce così un sistema di scambio dei permessi di emissione, essenzialmente per il sistema elettrico e l’industria. Suscitano perplessità le quote allocate ai settori, perché la scelta fatta non ci avvicina al nostro target di riduzione e gli altri interventi previsti per raggiungere l’obiettivo sono difficilmente realizzabili. In un futuro molto prossimo, il nostro paese potrebbe perciò essere obbligato a ricorrere al costoso acquisto di crediti sul mercato del carbonio.

Politiche dell’ambiente

Sulle Politiche ambientali abbiamo chiesto a partiti e coalizioni di esprimere una posizione sul Protocollo di Kyoto, e in particolare se la Ue debba attuare i limiti previsti anche se il Protocollo non dovesse entrare in vigore. E quali impegni la Ue dovrebbe assumere sulle politiche di risparmio energetico e di trasporto?

L’affare rifiuti

L’emergenza rifiuti in Campania ha una importante dimensione economica. Oltre a nutrirsi di due visioni inconciliabili del problema. Da una parte, quella del commissariato Bassolino che promuoveva una presenza massiccia del sistema pubblico. Dall’altra, quella della giunta precedente che aveva previsto e disegnato una delega più libera al sistema privato. Al centro di tutto, il notevole volume d’affari che ruota intorno allo smaltimento e al riutilizzo. Ora, la questione è nelle mani di un nuovo commissario, dai poteri eccezionali.

Codice pericoloso

Su un tema come la tutela del paesaggio, tutto sommato già ben regolamentato, il ministero interviene con un nuovo Codice. Che demanda in toto alle Regioni la redazione dei piani paesistici, senza che il ministero possa più intervenire neanche in caso di inadempienza. E che priva le soprintendenze del potere di bocciare progetti edilizi che avevano già ottenuto il parere favorevole delle amministrazioni locali. Né è chiaro quale sarà la sorte dei vincoli già imposti. Si tratta perciò di un intervento dai molti lati oscuri, sul quale il Parlamento è stato coinvolto solo marginalmente.

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