Nella Nadef 22 miliardi in più di deficit. Per disinnescare l’aumento dell’Iva e cominciare a rispettare le promesse della maggioranza. Ma la spesa in più arriva a 40 miliardi. E ciò presuppone una rapida crescita del Pil. Sostenibile? I dubbi dei mercati. E dell’Europa.
Categoria: Unione europea Pagina 22 di 100
Un’intesa tra Regno Unito e Unione europea appare sempre più lontana. Anche perché a Londra gli scenari politici sono tutt’altro che chiari. Nel paese di Shakespeare, solo la finzione teatrale può aiutarci a comprendere la gravità della situazione.
Nonostante le rassicurazioni della Bce, la crescita non appare ancora così solida. Mentre l’inflazione eccezionalmente bassa potrebbe essere l’occasione per introdurre strumenti fiscali per finanziare progetti di investimento di interesse europeo.
Il Parlamento europeo ha finalmente approvato la nuova direttiva sul copyright. Segna un punto a favore dei produttori di contenuti online rispetto alle grandi piattaforme che li distribuiscono. Ed è una buona notizia. Come neutralizzare il rischio censura.
Social network, web o carte fedeltà generano un immenso archivio di dati estremamente interessanti per le aziende. I professionisti in grado di “leggerle” sono pochi e molto ricercati. Tanta pratica e competenze multidisciplinari nel loro apprendimento.
Il ministro Savona sembra aver confuso creazione delle Omt, avvio del Qe e rientro delle banche dai crediti con i paesi in crisi. Chi lo ha criticato è caduto in altre inesattezze. Facciamo un po’ di chiarezza, proposta sul tasso di cambio compresa.
I trattati europei stabiliscono un esplicito legame tra l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne e una politica comune e solidale verso i paesi terzi. L’eccezione è il regolamento di Dublino III. E ora si aprono altre inquietanti prospettive.
Tra i tanti problemi che nascerebbero dall’uscita dell’Italia dall’euro, si dovrebbe tener conto anche degli eventuali risarcimenti dovuti per inadempimento di talune clausole contrattuali che da tempo i creditori “impongono” agli stati debitori.
Alcuni paesi nordici dell’area euro propongono di modificare le clausole di azione collettiva che definiscono le procedure in caso di ristrutturazione di un debito sovrano dell’area euro. Ma la soluzione ipotizzata rischia di destabilizzare il sistema.
Doveva essere un vertice decisivo per l’euro. Non lo è stato, nonostante il recente accordo franco-tedesco. Approvato il nuovo ruolo dell’Mse a sostegno delle crisi bancarie, ma rimandate le altre questioni aperte. Segno di conflitti politici irrisolti.