E’ stato annunciato ufficialmente il Qe che da marzo sarà lo strumento a disposizione della Bce contro la deflazione. Vediamo quali sono gli effetti che possiamo attenderci. Insieme a un Dossier che raccoglie i nostri interventi sul tema.
Categoria: Unione europea Pagina 39 di 99
La Commissione europea ha messo nero su bianco le condizioni per utilizzare la “flessibilità” prevista dalle regole del Patto di stabilità e crescita. Già le molte clausole previste potrebbero annullarne l’efficacia. Ma soprattutto non è così che si risolvono i problemi dell’Italia e dell’Eurozona.
Il Quantitative easing non è probabilmente lo strumento migliore per stimolare la domanda nell’Europa di oggi. Non avrebbe gli stessi effetti apprezzati negli Stati Uniti e anzi potrebbe causare pericolose bolle nella valutazione degli asset. Però è anche l’unica cosa che la Bce può fare.
Le prossime elezioni politiche in Grecia sono un passaggio delicato per tutta l’Unione. Si aprono scenari diversi, che potrebbero condurre a una nuova politica economica per l’euro, con l’interpretazione meno restrittiva dei vincoli di bilancio. Oppure al rinnovarsi dei rischi di crisi finanziaria.
L’aumento della disoccupazione giovanile determinato dalla crisi negli Stati del Sud Europa è stato drammatico. Restare disoccupati a lungo può rendere difficile la ricollocazione, anche per i cambiamenti nella struttura produttiva dei paesi. La bolla immobiliare e i lavoratori a bassa istruzione.
Non è vero che il quantitative easing è destinato a fallire in un sistema finanziario dominato dalle banche, come quello della zona euro. È una strada da percorrere, anche se da solo non basta. E il suo obiettivo non è abbassare lo spread, ma contribuire al sostegno della domanda aggregata.
Il piano Juncker prevede investimenti pubblici da 300 miliardi. Come riesce il nuovo Presidente della Commissione europea a far saltare fuori questi soldi? Attraverso una leva finanziaria cinque volte superiore a quella che viene generalmente usata nei piani di investimenti pubblici.
Sui fondi strutturali ci sono due possibilità: si può accettare l’incapacità di spesa delle amministrazioni e riprogrammare le risorse destinate a coesione e sviluppo. Oppure si possono mettere in atto vari strumenti che riescano almeno migliorare la situazione. Cosa prevede la Legge di stabilità.
Le stime preliminari del Pil per il terzo trimestre migliorano leggermente il quadro per l’Europa, ma non per l’Italia. Il sentiero di crescita per la nostra economia rimane stretto. Serve una riforma fatta e finita che ridia fiducia a famiglie e investitori.
La crisi ha avuto un impatto negativo sulla capacità produttiva, ma il modello usato in Europa tende a sovrastimarlo, per l’Italia e per il resto dell’area euro. Con la persistente carenza di domanda aggregata, è un limite di questo tipo di approccio metodologico.