Da tempo il governo italiano studia la possibilità di istituire una bad bank in cui far confluire i crediti tossici delle banche e dare nuova linfa all’economia reale. Ma l’idea di includere lo Stato tra i garanti dell’operazione si scontra con i vincoli sugli aiuti di Stato. Il ruolo dei privati.
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Molti risparmiatori investono sui mercati azionari basando le proprie scelte sui risultati passati. Ma chi adotta strategie che inseguono l’andamento delle azioni, ottiene rendimenti inferiori rispetto a chi ne segue altre altrettanto semplici. I ritardi italiani nell’educazione finanziaria.
I derivati sono nati per la copertura dei rischi finanziari. Non c’è nulla di male se li usa anche il ministero dell’Economia, a patto però che lo faccia nella massima trasparenza. Invece i contratti non sono stati resi noti. E non mancano le anomalie. Gli effetti sui conti pubblici.
Gli squilibri della bilancia dei pagamenti dei diversi Stati dell’Eurozona sono quantificati attraverso i saldi del sistema europeo dei pagamenti. Fino al 2007, erano ovunque praticamente a zero. Con la crisi, sono nettamente peggiorati nei paesi periferici. La Grecia e la corsa agli sportelli.
Le riforme strutturali possono rivelarsi addirittura dannose, se non sono accompagnate da simultanee misure di espansione della domanda. Ma in una unione monetaria ciò è precluso e la politica monetaria non può agire da cinghia di trasmissione tra sacrifici e benefici.
Con l’unione bancaria, Banca d’Italia è chiamata a condividere con la Bce la responsabilità della vigilanza sugli istituti di credito. Per evitare che le nostre banche e imprese siano penalizzate, occorre rafforzare la ricerca sugli strumenti di vigilanza e sulla loro applicazione.
Il social banking potrebbe essere una delle chiavi per incrementare nettamente l’utilizzo dei servizi online messi a disposizione dalle banche. Ma gli istituti di credito italiani ancora non utilizzano i social network in modo adeguato. Un’occasione per la ricollocazione del personale in esubero.
Se la Bce permette alle banche greche di continuare ad acquistare titoli di Stato mina la propria credibilità? Labile il confine tra politica monetaria e fiscale. Il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie chiamato a dimostrare la sua capacità di funzionare in modo prevedibile e trasparente.
Il rischio sistemico resta la minaccia più importante per l’Unione monetaria e il V-Lab della New York University ci dà una misura per calcolarlo. Con risultati sorprendenti. E molto diversi da quelli ottenuti con gli stress test della Bce. La situazione delle banche italiane, piccole e grandi.
Con la crisi nascono meno imprese. E si è ridotto anche il numero di quelle che riescono a sopravvivere sul mercato e a strutturarsi. Il difficile passaggio da micro-imprese a Pmi e il ruolo fondamentale dei finanziamenti bancari. Le misure di aiuto all’imprenditoria hanno avuto successo.