La ripresa del finanziamento alle aziende è fondamentale per la ripresa del paese. Non solo attraverso le banche. Destinazione Italia propone alcune misure per indirizzare verso l’impiego produttivo parte del risparmio nazionale e per catturare l’interesse di investitori qualificati internazionali.
Categoria: Banche e finanza Pagina 42 di 114
La rivalutazione del valore delle quote di Banca d’Italia è una operazione “furba”. Può generare maggiori entrate tributarie. Ed essere impiegata dalle banche azioniste per rinforzare la patrimonializzazione. Il vantaggio rischia però di essere di breve periodo.
Il tema delle riserve della Banca d’Italia è complesso e rilevante sul piano finanziario. Ma non può essere di competenza di soggetti privati. Solo lo Stato può decidere sulla destinazione di risorse prodotte con beni pubblici. E per questo deve essere il solo azionista della Banca d’Italia.
Una montagna di crediti deteriorati pesa sui bilanci delle banche ed è uno degli ostacoli principali alla ripresa della concessione di prestiti alle imprese. Per uscire dal circolo vizioso, i grandi istituti potrebbe costituire una società cui trasferire la gestione delle posizioni in sofferenza.
Dal 2008 al 2012 in Italia sono state chiuse oltre 1.500 filiali bancarie. Per le grandi banche la stretta è stata soprattutto sulla rete degli sportelli nel Mezzogiorno, dove invece sono cresciute i piccoli istituti. La relazione tra numero di dipendenti per sportello e finanziamento alle Pmi.
Banca d’Italia ha deciso di affrontare il nodo irrisolto delle quote delle banche nell’istituto di via Nazionale. Ma non è il momento propizio: il rischio è che si crei un’alleanza tra istituti bancari privati e governo per arrivare a una rivalutazione insensata.
La prossima nomina di un commissario Consob è per la politica l’occasione per dimostrare che anche in questo ambito è finito un ventennio e forse più. Scegliendo una persona di provata competenza e indipendenza, senza cadere in vecchie logiche che ci hanno portato al collasso.
Le fondazioni bancarie possono contribuire a rendere il nostro sistema di intermediazione finanziaria più funzionale alla crescita delle imprese e degli investimenti. A patto di non ostinarsi a mantenere il controllo delle banche conferitarie, mettendo a rischio solidità reddituale e patrimoniale.
Tre casi recenti indicano che per le fondazioni bancarie le lezioni della crisi sembrano essere servite a poco. Continuano a perpetuare un sistema in cui la politica ha un ruolo primario di controllo sul sistema bancario. I rischi per l’economia italiana e il passo indietro dei partiti.
Il mercato immobiliare in Italia è ancora fermo. Per rimetterlo in moto non bastano gli incentivi fiscali. Occorre agire anche sul lato dell’offerta. A partire da una indispensabile riduzione dei prezzi delle case, per ristabilire l’equilibrio con i redditi delle famiglie. Ecco dove intervenire.