Lavoce.info

Categoria: Banche e finanza Pagina 55 di 114

QUELL’ABBRACCIO MORTALE FRA FONDAZIONI E BANCHE

Le vicende di Mps e di Unicredit confermano quanto sia opportuna la separazione tra fondazioni e banche conferitarie. Le fondazioni potrebbero perseguire i loro obiettivi statutari. E migliorerebbe la governance delle banche, aprendo a soggetti che hanno come obiettivo primario la massimizzazione del loro valore. È una riforma degli assetti proprietari del nostro capitalismo utile ora, nell’immediato della crisi, e dopo, quando sarà finita. Perché renderebbe più efficienti e più stabili le banche italiane, contribuendo al rilancio di tutto il nostro sistema produttivo.

COSÌ LA SVIZZERA MANTIENE IL SEGRETO

Per recuperare nuove risorse, il governo Monti è stato invitato da più parti a concludere un accordo anti-evasori con la Svizzera, simile a quelli recentemente firmati dalla Germania e dal Regno Unito. Ma il rifiuto dell’esecutivo italiano è giusto. Perché l’accordo tedesco, in fin dei conti, non è altro che uno scudo fiscale. E il testo è pieno di altri trappoloni più o meno visibili, che lo rendono molto conveniente per la Svizzera e le sue banche. Tanto che meriterebbe un esame di conformità all’acquis comunitario (cioè l’insieme dei diritti acquisiti) da parte della Commissione.

IL SIGNIFICATO DI UN’ASTA SCOPERTA

Le aste dei titoli pubblici europei sono sempre più sotto la lente di ingrandimento. Soprattutto quando non tutto il quantitativo offerto viene collocato, come è accaduto in novembre per i bund tedeschi. L’episodio segnala più che altro una difficoltà delle banche a ricoprire il ruolo di acquirenti preferenziali di titoli di Stato, per la minore liquidità del mercato, l’accresciuta volatilità dei corsi, la rarefazione della domanda proveniente da investitori finali e per i vincoli di bilancio. La soluzione è ammettere alle aste anche i risparmiatori privati, come negli Stati Uniti.

GARIBALDI E I MILLE? UN INVESTIMENTO

La spedizione dei Mille è stato uno degli eventi cruciali per l’unificazione d’Italia. Ai tempi non c’era internet ma il telegrafo, Parigi era la Borsa di riferimento e i prestiti erano erogati dalle grandi famiglie dei banchieri e non dall’Fmi. Eppure mercati finanziari e debito pubblico ebbero un ruolo nello sgretolamento del regno borbonico e nel successo dei garibaldini. E, col senno di poi, è un po’ come se Garibaldi avesse detto “obbedisco!” non solo al re Vittorio Emanuele, ma anche ai Rothschild.

CONTRO L’EBA

Nel dibattito recente sulle decisioni dell’Eba si è assistito a una spaccatura netta tra i rappresentanti del sistema bancario e quelli dell’accademia. L’Eba è stata difesa su queste colonne da Marco Onado e Andrea Resti. Salvatore Bragantini ha aggiunto considerazioni nello stesso senso. Luigi Zingales in un intervento su un quotidiano ha definito con tratti eroici la resistenza dell’Eba alle potenti lobby dei banchieri. Vorrei provare a riproporre la questione come l’ho discussa a cena con un amico bancario (e non “banchiere”).

L’ANDAMENTO DELLO SPREAD TRA BTP E BONOS

 

ISTITUTI DI CREDITO: QUI CI VUOLE CAPITALE FRESCO

L’Europa e il mondo non possono permettersi un’altra grande crisi finanziaria. E per questo il Consiglio europeo ha chiesto all’Eba di determinare i fabbisogni di capitale delle banche. Per quelle italiane significa ricapitalizzazioni per 15 miliardi. Ma non è l’Eba a dettare le norme, bensì i regolatori nazionali. Quanto alle proteste delle banche, aumentare il capitale è possibile, purché non pretendano di farlo a prezzi non realistici e mantenendo bloccati gli assetti di controllo. Così come nei loro bilanci ci sono margini per ridurre gli attivi senza strozzare le imprese.

RICAPITALIZZAZIONE DELLE BANCHE: NON SPARATE SULL’EBA

Sono state molte le critiche rivolte alla European Banking Authority nei suoi pochi mesi di vita. Prima sugli stress test giudicati inefficaci, ora sulla ricapitalizzazione delle banche che provocherebbe una consistente stretta creditizia. Ma l’autorità di controllo propone il rimedio, non è la responsabile del problema. I giudizi negativi sull’operato dell’Eba sono dettati da interessi di parte più che da nobili preoccupazioni per il futuro dell’economia europea. Proprio quando la tempesta dei mercati richiederebbe una risposta in termini di maggiore integrazione.

NUOVE GARANZIE PER NUOVE BANCHE

L’articolo 8 della manovra prevede la concessione di garanzie pubbliche per la raccolta delle banche. È una garanzia straordinaria perché limitata al tempo strettamente necessario. E con procedure di concessione che, come è giusto, garantiscono rapidità e riservatezza. Soprattutto, però, può essere un’occasione da non perdere per avviare le modifiche e le trasformazioni delle quali il nostro sistema bancario ha bisogno.

L’ITALIA SALVATA DAI SUOI RISPARMIATORI

Per spezzare il circolo vizioso determinato dagli alti tassi di intesse sul debito pubblico, occorre fare affidamento sui risparmiatori italiani. Come hanno già fatto negli anni Novanta, dovrebbero acquistare fino a tre quarti dei titoli di Stato. In questo modo l’Italia potrebbe sopportare anche un lungo periodo di alti tassi. Alla Bce il compito di garantire la stabilità del sistema bancario. L’Italia non dovrebbe avere nessun problema di rispettare la nuova regola del deficit aggiustato per il ciclo al di sotto dello 0,5 per cento del Pil.

Pagina 55 di 114

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén