Il lockdown ha cambiato qualcosa nella divisione del lavoro all’interno delle famiglie? Un’indagine rappresentativa di tutte le donne occupate italiane ci restituisce un quadro poco confortante: sono sempre le donne a sostenere il carico maggiore.
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Le donne sembrano soffrire più degli uomini gli effetti della pandemia. Sono più preoccupate per il rischio contagio e per le ricadute economiche, tanto che ne risente il loro benessere psicofisico. Ma sono anche più pronte a rispettare le regole.
Con la crisi sanitaria dovuta al Covid-19 sono diminuite le interruzioni volontarie di gravidanza. Il divieto di spostamento unito all’alto numero di medici obiettori impedisce alle donne di ricorrere all’aborto legale. Così cresceranno quelli clandestini.
In tutte le situazioni di crisi la violenza domestica aumenta. Oggi c’è l’aggravante dell’isolamento, con vittima e assalitore chiusi nella stessa casa. Ecco perché diminuiscono drasticamente le richieste di aiuto. Gli effetti si faranno sentire a lungo.
Le donne sembrano essere meno suscettibili degli uomini al contagio da Covid-19. Ma non è vero per quelle che hanno meno di 50 anni. La spiegazione potrebbe essere nei tassi di occupazione, che per le più giovani sono vicini a quelli degli uomini.
Le differenze di genere sul mercato del lavoro si riflettono anche sulle pensioni, che per le donne sono più basse. È l’effetto di carriere più brevi e stipendi inferiori a quelli degli uomini. Diventa perciò essenziale una corretta informazione.
L’emergenza coronavirus, con la chiusura delle scuole, rende ancor più evidenti le difficoltà per le donne di conciliare lavoro e famiglia. Ma va affrontata anche la penalità che le mamme pagano sul mercato del lavoro in termini di salario e carriera.
Frequentare il nido favorisce lo sviluppo cognitivo e non cognitivo dei bambini. Ma se ne avvantaggiano soprattutto i maschi, perché le femmine, a due anni, sono più mature. Ecco perché bisogna aumentare non solo l’offerta, ma anche la sua qualità .
La riduzione dei divari di genere nel mercato del lavoro passa anche da una maggiore consapevolezza delle imprese. E gli obblighi di comunicazione dei dati sulle retribuzioni e sugli occupati uomini e donne possono essere uno strumento importante.