Fonti del ministero della Giustizia hanno fatto circolare la prima bozza di un disegno di legge delega per la riforma del processo penale. L’idea di fondo è limitare ancora di più i casi in cui si svolge il dibattimento. Ma i rischi non mancano.
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Una generalizzata punibilità dell’insider di sé stesso sarebbe contraria alla legge e pericolosa per il buon funzionamento dei mercati. Perché operare con la consapevolezza delle proprie decisioni e perseguire strategie di profitto non è vietato.
L’azione di classe può essere un efficace strumento non solo di tutela di consumatori e investitori, ma anche per la regolazione delle attività economiche. Ma le nuove regole italiane rischiano di essere poco efficaci perché creano profonde incertezze.
A un reato pecuniario come l’evasione si adattano meglio le sanzioni pecuniarie del carcere. Le indagini penali vanno riservate solo ai casi più eclatanti. E per questo sono necessarie le soglie. D’altra parte, si comportano così tutti i grandi paesi.
Nel mirino del disegno di legge Pillon c’è soprattutto la disciplina dell’affido condiviso. Ma le soluzioni proposte sono scollegate dal contesto socio-economico italiano. E rischiano di cancellare le più recenti evoluzioni del nostro diritto di famiglia.
Riformare la prescrizione attraverso un emendamento può essere rischioso. Si tratta infatti di un istituto di garanzia e la sua modifica richiede adeguate valutazioni tecnico-giuridiche. In più ancora non conosciamo gli effetti della riforma del 2017.
Si torna a parlare di modifiche dell’assetto penale tributario. Si andrebbe verso un inasprimento delle pene per rendere più efficace la lotta all’evasione. Nell’illusione che la sanzione penale incrementi di per sé la capacità dissuasiva del sistema.
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha ormai reso possibile la sua applicazione anche al diritto. Esistono già software in grado di trovare soluzioni a piccole dispute o per calcolare il periodo di detenzione. Arriveranno anche i giudici-robot?
Lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è uno strumento che non ha dato i risultati sperati. Andrebbe riformato uscendo dal paradigma dell’urgenza e con una progressione degli interventi, così da agire in modo preventivo ed evitare ricadute.
È stato approvato il disegno di legge delega di riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza. Le novità sono molte. Ma la caratteristica principale è l’ottica europea dei provvedimenti, tanto da anticipare alcune proposte della Commissione.