Riformare la prescrizione attraverso un emendamento può essere rischioso. Si tratta infatti di un istituto di garanzia e la sua modifica richiede adeguate valutazioni tecnico-giuridiche. In più ancora non conosciamo gli effetti della riforma del 2017.
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Si torna a parlare di modifiche dell’assetto penale tributario. Si andrebbe verso un inasprimento delle pene per rendere più efficace la lotta all’evasione. Nell’illusione che la sanzione penale incrementi di per sé la capacità dissuasiva del sistema.
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha ormai reso possibile la sua applicazione anche al diritto. Esistono già software in grado di trovare soluzioni a piccole dispute o per calcolare il periodo di detenzione. Arriveranno anche i giudici-robot?
Lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è uno strumento che non ha dato i risultati sperati. Andrebbe riformato uscendo dal paradigma dell’urgenza e con una progressione degli interventi, così da agire in modo preventivo ed evitare ricadute.
È stato approvato il disegno di legge delega di riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza. Le novità sono molte. Ma la caratteristica principale è l’ottica europea dei provvedimenti, tanto da anticipare alcune proposte della Commissione.
Dal 2010 gli intermediari godono di una sorta di priorità nel rimborso su prestiti erogati a imprese in crisi. I benefici per l’offerta di credito sono stati evidenti. Restavano alcuni aspetti critici, affrontati ora dalla riforma della legge fallimentare.
Gli investimenti pubblici continuano a diminuire. Per mancanza di risorse, ma anche per carenze nelle capacità progettuali, ritardi burocratici, casi di corruzione. Una soluzione può essere la piena e corretta attuazione del nuovo Codice dei contratti.
Nel progetto di riforma della legge fallimentare è evidente un atteggiamento di crescente favore per le tecniche di esdebitazione del debitore insolvente. Ma è una scelta normativa che suscita perplessità per gli effetti negativi che potrebbe produrre.
Tutti gli anni quasi un magistrato ogni quattro si trasferisce in un altro ufficio. L’alta percentuale dei trasferimenti e l’assenza di una disciplina che ne regoli le modalità possono aggravare la già considerevole durata dei processi in Italia.
L’Italia non ha recepito la direttiva europea sugli abusi di mercato. Il problema è la difficoltà di distinguere tra illeciti penali e amministrativi, che porta alla sovrapposizione di pene e sanzioni. E se si prendesse esempio dalle norme antiriciclaggio?