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TROPPA NEBBIA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Un libro con un capitolo negazionista sul riscaldamento globale scatena negli Stati Uniti un acceso dibattito. E pone qualche interrogativo, in una battaglia che contrappone voce autorevole a voce autorevole, sul ruolo delle strategie di comunicazione. Quanto agli scienziati, al di là del potere di amplificazione dei media, sembra quanto mai attuale il richiamo all’onestà intellettuale e al rigore.

MA LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE NON È UN OPTIONAL

Il proliferare su Facebook di gruppi inneggianti all’aggressore del Premier ha indotto il ministro Maroni a proporre il varo di norme per limitare la libertà di espressione sul web. Ma le leggi per combattere queste odiose manifestazioni esistono già e non è necessario creare nuove restrizioni, che sarebbero comunque difficilmente applicabili. Il tema è molto delicato perché imboccare una china repressiva della libertà di pensiero e di espressione può facilmente portare a derive illiberali. Lo aveva riconosciuto anche l’ex-ministro della Giustizia Castelli pochi anni fa.

Fabio Ranchetti ricorda Samuelson

Samuelson fu ad Harvard allievo di Schumpeter (un altro dei massimi economisti del Novecento). Io sono stato allievo di Richard Goodwin, coetaneo e pure lui allievo di Schumpeter. Mi raccontava spesso un divertente aneddoto. Samuelson si rodeva il fegato perchè, pur essendo insieme a Goodwin e a Paul Sweezy il più brillante allievo di Schumpeter, il comune maestro, politicamente acceso conservatore (se non decisamente reazionario: a favore della Triplice, dopo Pearl Harbour!), gli preferiva Goodwin e Sweezy noti comunisti (tanto che Goodwin dovette abbandonare gli Stati Uniti e trovare asilo a Cambridge, UK, e Sweezy, rimasto in America, fu sempre emarginato dall’ambiente accademico tradizionale). Goodwin, sorridendo, mi diceva che la vera ragione della preferenza contraria a Samuelson, non fosse tanto dovuta alla loro superiore brillantezza intellettuale, quanto piuttosto al fatto che loro due (Goodwin e Sweezy) erano alti, belli, biondi, con gli occhi azzurri e di famiglia molto ricca, tipici WASP), mentre Samuelson era un povero ebreo, nè biondo nè particolarmente bello. A grande onore di Schumpeter, va detto che quando, proprio per le sue origini ebraiche, Harvard negò a Samuelson la sua prima posizione accademica, costringendolo ad andare al MIT (da cui non si spostò più, divenendone una delle grandi glorie), l”antisemita’ e reazionario Schumpeter minacciò le dimissioni da Harvard.

IN RICORDO DI PAUL ANTHONY SAMUELSON

Il ricordo di Paul Samuelson resterà indelebile per generazioni di economisti. Semplicemente, è stato il massimo economista del Novecento, insieme a John Maynard Keynes. Ha contribuito a rifondare la disciplina economica su basi matematiche nuove e più rigorose. Ma non c’è campo dell’economia in cui non abbia lasciato risultati fondamentali, imprescindibili punti di riferimento per chi è venuto e verrà dopo di lui. In tutto, ha avuto la semplicità della grandezza, non solo nell’eleganza dei suoi modelli, ma anche nella vita quotidiana. Il ricordo di Fabio Ranchetti.

PUBBLICITÀ. BASTONE E CAROTA IN MANO AI POLITICI

I giornali vivono se hanno lettori e inserzionisti pubblicitari. Questi ultimi possono perciò usare il bastone e la carota con i media: minacciano riduzioni degli investimenti in caso di notizie sgradite e promettono aumenti quando sono positive. Anche governi e istituzioni locali acquistano spazi pubblicitari. Una ricerca mostra che più l’investimento è alto, più il quotidiano che lo ottiene tende a nascondere gli scandali che coinvolgono il governo. Così facendo, però, perde lettori. E di conseguenza anche l’interesse degli inserzionisti per quella testata potrebbe ridursi.

LE MONTAGNE RUSSE DEI DATI CONGIUNTURALI

Non è facile raccapezzarsi nell’altalena delle buone e cattive notizie sull’economia italiana riversate quasi quotidianamente sui cittadini frastornati. Ma l’analisi degli ultimi dati suggerisce che l’uscita dalla recessione sarà probabilmente lenta. Verosimilmente più lenta che nella maggior parte degli altri paesi industriali. Perché i consumi, le esportazioni nette e gli investimenti ristagnano, mentre perdura l’assenza di qualsivoglia stimolo proveniente dalla politica di bilancio.

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ELINOR OSTROM E LA RIVINCITA DELLE PROPRIETA’ COMUNI

Il premio Nobel a Elinor Ostrom riconosce l’importanza di aver ipotizzato l’esistenza di una terza via tra Stato e mercato. Quella di Ostrom è una teoria complessiva che identifica le condizioni che devono valere affinché una gestione “comunitaria” possa rimanere sostenibile nel lungo termine. Una lezione di particolare importanza oggi a proposito dei beni collettivi globali, come l’atmosfera, il clima o gli oceani. Ma molto significativa anche per l’attuale crisi finanziaria, che si può leggere come il saccheggio di una proprietà comune: la fiducia degli investitori.

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L’INFORMAZIONE STATISTICA? MEGLIO PUBBLICA

L’affidabilità, imparzialità e accessibilità delle rilevazioni statistiche sono di fondamentale importanza per un sistema d’informazione democratico. Solleva perciò perplessità la decisione dell’Istat di affidare alcune fasi della rilevazione delle forze di lavoro a una società privata di ricerca. In casi simili, non ci sono garanzie istituzionali dell’autonomia e indipendenza delle ditte private esterne, sulle quali potrebbero esercitarsi pressioni indebite. E l’esternalizzazione potrebbe accrescere i costi e peggiorare la qualità delle rilevazioni.

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