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Categoria: Investimenti e innovazione Pagina 30 di 35

R&S motore dello sviluppo

Recenti studi confermano che la probabilità di introdurre un’innovazione di prodotto dipende in misura significativa dall’ammontare di ricerca realizzata all’interno dellÂ’impresa. Si crea così un terreno fertile che facilita l’assorbimento di nuova tecnologia e rende più probabile anche l’introduzione di innovazioni di processo. Per questo gli incentivi statali devono essere certi e duraturi. Ed è un errore assimilare le spese in R&S a quelle per impianti e macchinari: tanto le prime sono volatili a livello aziendale, quanto le seconde sono durature.

La valutazione della ricerca – Intervista con Franco Cuccurullo, presidente del Civr

In questi mesi, università ed enti di ricerca si sono sottoposti a un complesso sistema di valutazione della ricerca, messo a punto dal Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Efficace solo se sono note con largo anticipo le conseguenze della valutazione sulla distribuzione delle risorse. Invece la comunità scientifica conosce poco l’attività del Civr e le conseguenze che i giudizi di valutazione avranno sulla ripartizione dei fondi del ministero. Cerchiamo di fare maggiore chiarezza sulla questione con questa intervista a Franco Cuccurullo.

Brevetti, la tassa che appare e scompare

La Finanziaria 2006 contiene varie misure per incoraggiare la ricerca e l’innovazione. Tra le altre, c’è l’abolizione delle tasse sui brevetti. Peccato che solo in febbraio le tasse sul deposito, il rinnovo e anche l’imposta di bollo sui brevetti fosse stata aumentata del 30 per cento. Che deve aspettarsi un potenziale inventore sulla tutela della proprietà intellettuale in Italia? E l’abolizione è poi una buona idea? Eppure, per incentivare la ricerca e l’innovazione non servono tanti interventi, ma pochi e duraturi.

Intanto a Bruxelles …

Il 6 luglio scorso, il Parlamento europeo ha respinto una controversa proposta di direttiva sulla brevettabilità dei software elaborata dall’esecutivo UE e approvata dal Consiglio nel marzo scorso. Lavoce.info si era occupata del tema nei mesi scorsi, con alcuni articoli che riproponiamo ai lettori.

Una voce europea

Se in Europa la ricerca non riesce a colmare il divario con gli Stati Uniti è perché manca una vera concorrenza fra atenei per assicurarsi i professori e gli studenti più bravi. Rifacendosi al processo di Lisbona, le istituzioni europee dovrebbero favorire questo cambiamento di mentalità. E lasciare da parte i troppo burocratizzati programmi attuali, che finiscono per finanziare ricerche e ricercatori di secondo piano. Ma è soprattutto da iniziative decentralizzate e cooperative come lavoce.info e il Cepr che possono venire i risultati migliori.

La Cina è vicina. Nell’innovazione

Il dibattito sui dazi rischia di focalizzarsi sulla difesa di settori di specializzazione produttiva che ci condannano sempre più ai margini della competizione internazionale. Dovremmo invece cercare di cogliere le grandi opportunità che la Cina offre. Da dieci anni il Governo cinese cerca di attrarre investimenti esteri in settori a media e alta tecnologia, attraverso incentivi di varia natura alle imprese dei paesi avanzati. Potrebbero avvantaggiarsene quelle aziende italiane che hanno ancora una posizione di riconosciuta leadership tecnologica e manageriale.

Lo Stato nell’era di Internet

Il concetto di e-government comincia a permeare anche il settore pubblico italiano, tradizionalmente refrattario all’innovazione. Ma non basta che ministeri ed enti locali si dotino di un sito web. Trasporre le tecnologie informatiche su una macchina organizzativa obsoleta e farraginosa, strutturata ancora secondo principi ottocenteschi sortirà solo effetti limitati. Invece l’introduzione dell’Information Technology costituisce l’occasione storica per ripensare dalle fondamenta l’impianto organizzativo della pubblica amministrazione.

Perché il software non ha bisogno del brevetto

Il software è un’opera dell’ingegno, tutelata dal diritto d’autore. Non serve permetterne la brevettazione, come si chiede ora anche in Europa sull’esempio americano. Intanto, il brevetto è uno strumento sempre meno utile a incentivare l’innovazione. Nel caso del sofware non accelera il processo di diffusione delle conoscenze né ci sono da ripagare ingenti investimenti iniziali. Infatti, vi si affidano soprattutto le imprese più grandi e meno innovative, spesso con l’intento di bloccare le invenzioni altrui, più che di proteggere le proprie.

Oltre Linux

Si può trasferire l’esperienza dellÂ’open source in campo informatico ad altri aspetti del progresso tecnologico? A dispetto del problema del free-riding, la ricerca sullo sviluppo di un input comune a più processi produttivi può risultare addirittura maggiore in un contesto di General Public Licence rispetto a un regime di monopolio protetto da brevetto. Accade quando si ha un effetto di accrescimento del profitto totale dell’industria dovuto a un miglioramento tecnologico dell’input comune. Ciò suggerisce una nuova politica della brevettabilità.

Il manifatturiero di Fazio

La strategia di Banca d’Italia è assicurare la stabilità del sistema bancario nazionale anche per consentire all’industria italiana di affrontare le crisi in cui si trova periodicamente coinvolta. Ma, a giudicare dai risultati di competitività e produttività del manifatturiero, il supporto dato finora non basta più, perchè quella attuale è soprattutto una crisi di efficienza produttiva. Le aziende manifatturiere italiane hanno bisogno di finanziamenti finalizzati a facilitare le necessarie ristrutturazioni, per crescere e per internazionalizzarsi.

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