All’indomani del 7° Forum sulla cooperazione sino-africana, la Cina estende il suo peso in Africa, attraverso finanziamenti destinati a infrastrutture e attività estrattive. Il rapporto diventa così ancora più sbilanciato, a favore del gigante asiatico.
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Debolezze vecchie e nuove hanno costretto l’Argentina a chiedere risorse al Fondo monetario internazionale. Ma l’accordo sottoscritto potrebbe portare a un avvitamento della crisi economica. E rendere concreto il rischio di un default in stile 2002.
Dopo i dazi sulle importazioni dalla Cina, Trump va all’attacco del Nafta. La revisione del trattato danneggerà certamente i consumatori Usa, senza garantire una crescita dell’occupazione. Però il presidente guadagnerà consenso tra i suoi elettori.
Il 2017 è stato il quarto anno di crescita consecutivo del nostro paese: +1,5 per cento rispetto al 2016. È una ripresa fortemente trainata dalle esportazioni. Per questo rischia ora di frenare di fronte a tendenze protezionistiche e guerre commerciali.
Ceta con il Canada e Jefta con il Giappone rappresentano un modello di gestione dei rapporti tra stati basato su regole moderne. Avvantaggiano l’Europa e l’Italia. E sono un’alternativa alla politica di potenza, utile solo a Stati Uniti, Cina e Russia.
L’accordo commerciale con il Canada è vantaggioso per le imprese italiane, specialmente quelle medio-piccole. L’ipotesi che il Parlamento possa non ratificarlo chiama in causa gli assetti istituzionali della UE e la necessità di maggiore integrazione.
L’enfasi sul contributo dei paesi europei alla Nato mette in secondo piano la vera questione. L’Europa avrebbe bisogno di una politica di integrazione realmente efficace nella difesa, che conduca anche alla razionalizzazione della spesa militare.
Nonostante l’enorme potenziale, la Russia è sulla strada del declino economico. La crescita demografica è nulla e l’economia continua a fare affidamento su estrazione di risorse minerali e settori protetti. Non può certo essere un modello per l’Italia.
La guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina è alla fine iniziata. Porta con sé grandi rischi di un’escalation che potrebbe rallentare tutta l’economia mondiale. Non ci sarà un vincitore, ma è già chiaro chi pagherà il conto dell’azzardo di Trump.
Battaglia aperta tra i Tory. Gli anti-europei sono ormai convinti che Madam May non potrà ottenere la Brexit che immaginavano. Intanto nel paese sembra prendere coraggio il movimento contrario all’uscita dalla UE. Sarà decisiva la posizione dei laburisti.