Il trattato di libero scambio tra UE e Stati Uniti incontra una radicata opposizione, fondata su timori di standard igienico-sanitari meno stringenti, riduzione delle tutele per i lavoratori e indebolimento del processi democratici. L’unica soluzione è un dibattito più approfondito e trasparente.
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I paesi emergenti rallentano. E anche l’Fmi certifica il ritorno al passato, con la crescita economica mondiale trainata dagli Stati Uniti. Per evitare i rischi di stagnazione, allora, i paesi che possono dovrebbero investire in infrastrutture. Un ruolo che in Europa dovrebbe assumere la Germania.
Ha destato scalpore la risoluzione di Amnesty International a favore della totale decriminalizzazione della prostituzione. Ma i dati mostrano che la criminalizzazione del fenomeno peggiora la situazione delle prostitute. Più difficile anche la lotta contro la tratta e lo sfruttamento dei minori.
Proseguono i negoziati per il trattato transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. Un accordo potrebbe avere rilevanti ricadute economiche e portare a standard normativi comuni. Ma non mancano i rischi. In primo luogo, per la sovranità nazionale e l’occupazione
All’origine della grande fuga degli investitori dalle borse cinesi, c’è l’incertezza prodotta da una classe dirigente che introduce meccanismi di mercato in un paese che non è pronto ad accettarne gli esiti in termini di allocazione delle risorse. E dà segnali contraddittori.
Il prevedibile scoppio della bolla cinese non avrà un effetto contagio sulle borse internazionali. Ma se dovesse contribuire all’instabilità politica ed economica del paese che più di tutti ha trainato la crescita mondiale, le conseguenze sarebbero devastanti. Diseguaglianze sempre più evidenti.
Conosciuto anche dal grande pubblico per il libro e il film che hanno raccontato la sua vita tormentata, Nash ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della teoria dei giochi. Il suo concetto di equilibrio ha avuto un enorme impatto nell’economia ed è oggi imprescindibile. Il premio Nobel.
La Commissione europea ha pubblicato un Libro verde che traccia le linee per la costruzione del mercato unico dei capitali. Molta attenzione è dedicata a Pmi, start-up e progetti infrastrutturali a lungo termine. Trascurato, invece, il ruolo degli intermediari e quello delle autorità di vigilanza.
Alla Casa Bianca Renzi parla anche d’investimenti. Le multinazionali americane sono i più grandi investitori esteri in Italia, benché in calo negli ultimi anni. Nel resto d’Europa invece hanno continuato a creare posti di lavoro. Aumentano i lavoratori americani che hanno un padrone tricolore.
Una diagnosi sbagliata sulla stagnazione secolare porta a conclusioni di policy altrettanto sbagliate. Proviamo a correggere il tiro: questo non è il momento per il consolidamento fiscale, ma è quello per la politica espansiva. Un riequilibrio all’interno della spesa è però possibile e utile.