Lavoce.info

Categoria: Internazionale Pagina 55 di 74

IL NUOVO FMI PARTE DALLE FONDAMENTA GIURIDICHE

Per essere credibile e sostenibile, un nuovo Fondo monetario internazionale ha bisogno di riforme radicali che conducano alla creazione di una istituzione basata su una chiara definizione delle sue competenze, caratterizzata da procedure decisionali trasparenti e moderne, da un sistema di soluzione delle controversie efficiente e imparziale e da una revisione del suo ruolo nell’ambito della comunità internazionale e dei suoi rapporti con l’Onu e le altre organizzazioni internazionali. E, soprattutto, forte del pieno sostegno degli Stati membri.

ITALIA IN CONTROTENDENZA SUGLI AIUTI ALLO SVILUPPO

La Banca Mondiale chiede ai paesi industrializzati di destinare lo 0,7 per cento dei pacchetti anticrisi per interventi a sostegno di infrastrutture e welfare nei paesi in via di sviluppo più esposti. E alcune nazioni aumentano di conseguenza gli stanziamenti. Non l’Italia, dove la progressiva riduzione delle risorse rischia di togliere alla struttura di cooperazione qualsiasi incentivo a riformarsi. Soprattutto, manca un impegno politico esplicito e coerente. Sugli aiuti allo sviluppo, l’Italia agisce come una economia piccola o in transizione, non da presidente del G8.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

La trasparenza funziona meglio se accompagnata da meccanismi di premio che garantiscano un buon uso dell’informazione, sia da parte delle organizzazioni che raccolgono e pubblicano informazioni sul proprio operato, sia da parte dei cittadini. E’ chiaro però che, senza informazioni che permettano di misurare e valutare ad esempio la qualità dei servizi pubblici, è impossibile pensare ad incentivi efficaci, meritocrazia, e meccanismi di premio. E questa riflessione è valida sia in regimi di trasparenza che di opacità.  “You can manage what you measure” e la trasparenza obbliga chi è sottoposto alla lente di ingrandimento a raccogliere dati ed informazioni che possono mettere in luce inefficienze organizzative ed incoerenza fra politiche pubbliche ed obiettivi. La raccolta di informazioni costringe a riflettere su problemi strategici di rilievo che vengono spesso accantonati a favore della gestione del quotidiano.
Condivisibile è anche la preoccupazione di sottoporre coloro che gestiscono la cosa pubblica a regimi di trasparenza particolarmente stringenti e costantemente aggiornati, non solo per verificare ex ante che vi siano le caratteristiche adatte agli incarichi pubblici, ma anche affinché al momento del voto l’accountability funzioni davvero.
Come riportare i prezzi dei prodotti al fine di dare ai consumatori la possibilità di confrontare i scegliere è un buon esempio per chiarire in quale formato l’informazione sia realmente utile ed utilizzabile. Spesso è proprio su questi dettagli che si combattono le battaglie più accese fra regolatori e regolati.

BANCA E CLIENTE, UNA COPPIA IN CRISI

L’amministrazione americana ha predisposto un piano di rifinanziamento dei mutui eccessivamente onerosi, puntando su formazione, informazione e assistenza. E da noi? Le regole non mancano, anzi forse sono troppe. Tanto che la Banca d’Italia giudica necessario un intervento di semplificazione della documentazione. In modo da ridurre i costi e rendere le informazioni più chiare e più facilmente comparabili. E l’intermediario dovrà assistere il cliente nella comprensione di ogni aspetto rilevante. Ma la strada dell’educazione finanziaria è ancora lunga.

FMI DAVVERO INTERNAZIONALE CERCASI

La crisi finanziaria globale ha creato l’opportunità per riaffermare il ruolo del Fondo monetario internazionale. A patto però di diventare davvero internazionale e non solo euro-atlantico come lo giudicano oggi molti paesi emergenti. E’ il momento giusto per stabilire regole eque anche per i debitori. Ma serve prima di tutto una riforma della governance, che ridimensioni il ruolo e i privilegi dell’Europa, rispecchi l’attuale dimensione e influenza delle economie ed elimini i diritti di veto. Altrimenti, i paesi asiatici potrebbero decidere di fare da soli.

MONDO NUOVO, FONDO NUOVO

Non c’è solo il G20. Altri eventi potenzialmente non meno rilevanti si verificano in questi giorni. Primo fra tutti l’annuncio dell’apertura di una nuova linea di credito di 47 miliardi di dollari da parte del Fondo monetario in favore del Messico. La novità è che sono soldi concessi dall’Fmi solo sulla fiducia, senza condizioni e senza basarsi sui giudizi delle società di rating, come avveniva in passato. Dopo la crisi, il mondo sarà davvero molto diverso.

UNA NUOVA FRONTIERA TRA STATO E MERCATO

Obama ha annunciato che non lascerà fallire Gm e Chrysler. Ma il salvataggio non è senza condizioni, anche se negli Usa resta forte l’avversione verso la gestione pubblica delle imprese. Diversa la situazione in Europa, dove i cittadini sono più abituati a un intervento statale nella sfera economica. Per questo sarebbe opportuno indicare limiti temporali precisi alla partecipazione pubblica nelle aziende in difficoltà. Perché sarebbe una vera beffa se il lascito più duraturo della crisi fosse il ritorno al vecchio capitalismo di Stato.

APPUNTI PER IL G20*

La riunione del G20 non dovrebbe cercare di risolvere tutti i problemi, ma concentrarsi sulle decisioni più urgenti. Prima fra tutte, una nuova architettura della regolamentazione. Che dovrebbe fondarsi su una completa trasparenza del sistema finanziario e sul rafforzamento delle regole prudenziali per le banche ma in modo chiaro e semplice: “Keep it simple” come il titolo delle proposte di policy. Lo studio analizza le cause macroeconomiche della crisi e fornisce proposte per risolvere gli squilibri nei pagamenti internazionali, anche attraverso un ruolo rafforzato delle istituzioni internazionali. In materia di regolamentazione finanziaria, la vigilanza dovrebbe essere organizzata per obiettivi. E in Europa concepita come l’attuale sistema delle banche centrali.

A PICCOLI PASSI VERSO NUOVE REGOLE

La riunione del G20 punta a riscrivere le regole sulla finanza internazionale. Innumerevoli le proposte contenute nella mole di rapporti che l’accompagna. Ma sarebbe meglio partire dalle misure già da tutti condivise, dal loro stato di avanzamento per indicare i necessari, ulteriori, passi da fare. Il capitolo sul quale il vertice di Londra può incidere di più è quello del rischio. L’importante è ricordarsi che non esistono né i miracoli né le regole perfette, soprattutto quando la loro elaborazione coinvolge sistemi e culture giuridiche molto diversi.

OLTRE LA SOLUZIONE SVEDESE

La crisi attuale ha la stessa origine di quella che ha colpito la Svezia negli anni Novanta. In quel caso, il governo seppe reagire in modo veloce e appropriato, senza costi per il contribuente. Una ricetta valida anche oggi? Il modello svedese può offrire alcune linee guida, ma la politica dovrebbe avere il coraggio di esplorare nuove soluzioni. Servirebbe una risposta coordinata e cooperativa, che però impone necessariamente agli Stati di mettere a disposizione spazi di sovranità nella gestione della politica economica. E per questo appare, purtroppo, lontana.

Pagina 55 di 74

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén