Negli Stati Uniti il divario tra uomini e donne nella partecipazione al mercato del lavoro è molto più basso di quello registrato in Italia. Un calo persistente del gap porterebbe automaticamente anche a una riduzione del tasso di disoccupazione femminile. Fenomeno congiunturale o di lungo periodo?
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Il Jobs act attenua le sanzioni per il datore di lavoro in caso di licenziamento. Ma non è una “licenza di licenziare”. Chi prevede la fine del ricorso al giudice potrebbe essere smentito dai fatti. C’è poi la possibilità di inserire la reintegra nei contratti individuali o in quelli aziendali.
La riforma delle politiche attive del lavoro è necessaria, ma è stata inserita in un disegno normativo molto vasto, con inevitabili ritardi. L’agenzia nazionale rischia di divenire un inutile carrozzone. Meglio limitare il potere legislativo delle regioni e creare uno sportello unico del lavoro.
I lavoratori tendono a considerare il trattamento previdenziale previsto dalla legislazione vigente nel periodo in cui versavano i contributi come una promessa, un diritto acquisito. Ma quale pensione è economicamente lecito attendersi? La disparità di trattamento fra generazioni.
Il lavoro è essenziale per ridurre il rischio di povertà, ma non sempre è sufficiente, perché in molte famiglie povere non vi sono disoccupati o persone facilmente “attivabili”. In questi casi, servono trasferimenti in denaro o servizi che sostituiscano la spesa privata. Il patto di reinserimento.
Alla Casa Bianca Renzi parla anche d’investimenti. Le multinazionali americane sono i più grandi investitori esteri in Italia, benché in calo negli ultimi anni. Nel resto d’Europa invece hanno continuato a creare posti di lavoro. Aumentano i lavoratori americani che hanno un padrone tricolore.
Se è troppo alto, il salario minimo può causare disoccupazione, ma allo stesso tempo sostiene il potere d’acquisto dei lavoratori con retribuzioni basse. Che effetto avrebbe in Italia? Un calcolo su dati del periodo 1993-2012 dice che l’aumento della diseguaguaglianza sarebbe stato molto inferiore.
L’Italia è uno dei paesi europei che ha più difficoltà a uscire della crisi. Lo dicono i dati sul Pil e sulla disoccupazione. Ma mentre al Nord si intravede la ripresa, il Sud perde ancora terreno. La nuova decontribuzione e gli incentivi utilizzati prevalentemente dalle aziende meridionali.
Si possono tenere insieme due notizie di segno opposto quali la caduta degli occupati nei dati Istat di febbraio e il buon andamento dei contratti a tempo indeterminato in quelli amministrativi? Sì, se si tengono presenti le caratteristiche delle diverse fonti. Come evitare letture semplicistiche.
L’aumento della disoccupazione non è la sola conseguenza della crisi sul mercato del lavoro italiano. Si aggiunge anche una diminuzione dell’utilizzo della forza lavoro occupata. Ne è un esempio il massiccio ricorso alla cassa integrazione. Ripercussioni anche sulla qualità della domanda di lavoro.