Perché la disoccupazione diminuisca occorre una ripresa dell’economia. Ma l’aumento dei fatturati va accompagnato da misure che rendano più conveniente creare posti di lavoro in Italia, scoraggiando la delocalizzazione. L’analisi dei dati Istat su occupazione e Pil trimestrale.
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I dati mensili dell’Istat su occupati e disoccupati si limitano a pochissimi indicatori. Per evitare spiegazioni congiunturali di dubbia tenuta, è opportuno analizzarli in una prospettiva temporale più lunga. Ed è utile metterli a confronto con i numeri sulle unità di lavoro.
Anche senza articolo 18, il contratto a tempo indeterminato resta ben diverso da quello a tempo determinato. Per i lavoratori a termine l’instabilità dei salari è decisamente superiore. Perché solo l’investimento reciproco e duraturo di impresa e lavoratore produce stabilità . Il decreto Poletti.
Il Jobs act cerca di affrontare i due nodi cruciali della bassa partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro e della scarsa fecondità . E lo fa attraverso misure condivisibili. Ma non sarà semplice realizzarle, se le risorse devono essere trovate senza aumenti di spesa per lo Stato.
Sulle assenze per malattia si pubblicano spesso dati elaborati per sostenere una tesi piuttosto che un’altra. Vediamo quali sono quelli consolidati, che mostrano un’incidenza maggiore nel pubblico che nel privato. E cosa serve per contenere il fenomeno entro limiti accettabili.
Per i neo-assunti di oggi, l’abolizione del reintegro avrà effetti anche sulla struttura del salario. In particolare sulla sua crescita con l’età del lavoratore e sul rapporto con la produttività . Con l’indennizzo certo, i più anziani saranno più facilmente sostituibili con lavoratori giovani.
Il primo decreto attuativo del Jobs Act è l’inizio di una vera riforma del lavoro. Quello che ancora manca è la lotta contro la precarietà . E sarebbe bene disegnare le regole del mercato del lavoro in condizioni normali, senza i benefici fiscali. Troppa confusione sui dipendenti pubblici.
L’articolo 18 sembra non avere un impatto significativo sulle scelte dimensionali delle imprese. Ma ne ha sul contratto offerto al lavoratore: aumenterebbe l’incidenza di quelli a termine di 2,5 punti percentuali. E ne ha anche sulla produttività . Come il Jobs Act può cambiare la situazione.
L’aumento della disoccupazione giovanile determinato dalla crisi negli Stati del Sud Europa è stato drammatico. Restare disoccupati a lungo può rendere difficile la ricollocazione, anche per i cambiamenti nella struttura produttiva dei paesi. La bolla immobiliare e i lavoratori a bassa istruzione.
Il Jobs Act è stato approvato. È però una legge delega e perché si possa definirla la prima vera riforma del Governo Renzi è necessario che i decreti delegati non contengano sorprese su alcuni punti fondamentali. Cosa resta da definire su contratto a tutele crescenti e compensazioni.