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Il reddito minimo? Si può fare

Si torna a parlare di reddito minimo, dopo l’infelice esperienza del reddito di inserimento e quella discutibile della social card. Ma quanto può costare? E come evitare la “trappola della povertà”? Come impedire gli abusi e l’accesso ai soliti furbi? L’esperienza promossa dalla provincia autonoma di Trento.

L’assenteismo frenato dalla paura

La minaccia di licenziamento disincentiva le assenze dal lavoro per malattia? Sembrerebbe di sì perché nelle province dove più alta è la disoccupazione, i lavoratori si assentano dal lavoro nettamente di meno. Differenze tra Nord e Sud e tra grandi e piccole aziende. Sistema di tutele da rivedere.

Reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito

Di cosa parliamo quando diciamo “reddito di cittadinanza”? E che cosa lo distingue dal “reddito minimo garantito”? Il primo non fa distinzione tra ricchi e poveri, e di conseguenza ha un costo altissimo. Il secondo è selettivo, ha un costo più contenuto e potrebbe incorporare gli altri sussidi esistenti.

È il momento di creare lavoro

I Centri per l’impiego non possono più limitarsi alla mediazione tra offerta e (scarsa) domanda di lavoro, mentre la formazione non risolve il problema dei disoccupati di lungo periodo. Servono investimenti in supporto o creazione diretta di occupazione. Ma senza aumentare la spesa pubblica.

Quell’organizzazione del lavoro che non cambia

La bassa crescita dell’Italia dipende da molteplici fattori. Tuttavia spesso si trascura il peso del deficit di innovazioni nell’organizzazione del lavoro e dello scarso coinvolgimento di dipendenti e rappresentanze sindacali. Il nostro paese è in questo campo uno dei fanalini di coda in Europa. 

Prossimo Parlamento: esperienze politiche

Nel prossimo Parlamento, i gruppi di centrosinistra saranno in mano agli amministratori locali, i gruppi di centrodestra a ex parlamentari. Il Movimento 5 Stelle presenterà, forse per la prima volta nella storia repubblicana, un gruppo consistente senza nessuna esperienza politico-amministrativa.

Riforma del lavoro: solo sulla carta

Il Governo vanta il “nuovo apprendistato” come la migliore modalità per le imprese di investire sui giovani, anche grazie agli incentivi predisposti. Che in realtà devono ancora essere definiti, difficilmente funzioneranno e non bastano a risolvere i problemi.

Servizi per l’impiego, non bastano i livelli essenziali

La riforma Fornero prevede l’introduzione di livelli essenziali anche per i servizi pubblici per l’impiego. Rischia di essere solo un marchio di qualità su servizi che però non risolvono il problema del collocamento dei disoccupati.

La stagione del lavoro viene e va

Oggi in Italia su cento giovani, solo 28 hanno un impiego stabile, 13 sono atipici e 10 sono in cerca di lavoro. E tutta questa flessibilità non ha neanche contribuito a farci crescere, anzi. L’unica soluzione è tornare a un regime ordinario.

Accordo sulla produttività: istruzioni per l’uso

L’accordo sulla produttività avrà successo? Incentiva la contrattazione di secondo livello, con importanti risorse a disposizione, ma anche una grande quantità di obiettivi. I dubbi sulle agevolazioni fiscali e l’incognita della mancata adesione della Cgil.

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