Termina il triennio di sperimentazione di “Quota 100”, ma resta comunque l’esigenza di reintrodurre una certa flessibilità nell’età di pensionamento. La via di uscita non consiste però nell’affidarsi al solo sistema contributivo.
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La pubblicazione dei nuovi leaks sulla presunta evasione fiscale di personaggi celebri non ha ricevuto grande attenzione dai cittadini. Neanche in Italia, dove si sta per varare una riforma del fisco. Un caso di sensazionalismo che crea solo confusione.
In Svezia la scarsità di abitazioni in affitto rende particolarmente oneroso il costo della casa. Le cause sono da ricercare in un particolare sistema di contrattazione dei canoni. Ma il governo che ha cercato di renderlo più flessibile è caduto.
I numeri dell’autonomia italiana, misurati dal Regional Authority Index, rivelano la distanza da paesi tradizionalmente federali o con regioni a vocazione autonomista. Le nostre regioni hanno però più potere rispetto a enti simili di stati centralizzati.
La scelta di dar vita a una nuova compagnia aerea di stato è condizionata dalla Ue a una rigorosa discontinuità aziendale rispetto ad Alitalia che sembra però in contrasto con il diritto del lavoro europeo e con la collocazione dei dipendenti in Cassa integrazione.
La liberalizzazione della circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea ha aumentato il numero dei transfrontalieri. Con quali effetti sulle imprese italiane? Si perdono aziende e capitale umano. Con il rischio che si crei un circolo vizioso.
Il governo deve decidere come utilizzare gli investimenti previsti dal Pnrr per gli anziani non autosufficienti. È un passaggio determinante in vista di una riforma complessiva. La società civile propone il “Piano nazionale di domiciliarità integrata”.
La pandemia ha svelato la debolezza dell’organizzazione della medicina di base e la mancanza di investimenti. Le case di comunità previste dal Pnrr saranno la soluzione? La legge sulle associazioni di medici già c’è, ma non è mai stata applicata.
Le rivelazioni di Frances Haugen su Facebook hanno riportato al centro dell’attenzione il ruolo di internet e social media nel condizionare l’opinione pubblica. Uno studio ci aiuta a scoprire quali sono le categorie più esposte alla propaganda in rete.
Cinquant’anni fa i sindacati svedesi avviarono un’ampia riflessione su politiche salariali e partecipazione dei dipendenti ai risultati d’impresa. Il risultato fu un piano che, seppur disatteso, costituisce tuttora un prezioso punto di partenza.