L’Iva è uno strumento cruciale per le entrate fiscali degli stati europei. Nella Ue si registrano però varie forme di evasione e frodi, anche se dare numeri precisi sul valore complessivo è difficile. Quali sono gli strumenti per contrastare il fenomeno.
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L’atteggiamento dell’amministrazione Trump sui dazi ha provocato molta incertezza nel commercio internazionale. E preoccupazione nelle opinioni pubbliche. Il tema suscita lo stesso interesse negli Usa? Dipende dal candidato votato alle presidenziali.

Se tutte le leggi italiane fossero scritte con la stessa chiarezza della Costituzione, il Pil sarebbe più alto di quasi il 5 per cento. È infatti possibile stimare il costo di un quadro normativo poco chiaro, che riduce il potenziale produttivo del paese.

La Corte costituzionale ha ribadito il ruolo fondamentale delle cooperative anche nell’attuale sistema socio-economico. Per svolgerlo devono però aprirsi a riferimenti culturali nuovi, capaci di attrarre verso questa forma di impresa i più giovani.

Negli ultimi anni è salito il numero di lavoratori qualificati che rientrano in Italia utilizzando gli incentivi fiscali loro riservati. Sono soprattutto giovani italiani, molto istruiti e con retribuzioni alte. L’impatto strutturale resta però da valutare.

L’accordo raggiunto tra Ue e Usa riporta il negoziato sul terreno politicamente più gestibile di dazi, esenzioni mirate, quote e catene del valore industriali. Si evita così di aprire un confronto su valori e competenze regolatorie del mercato interno.

Fiat vende gli autocarri all’indiana Tata. Meglio avere un azionista nuovo che vuole crescere in Europa che uno vecchio e stanco che non investe. Purché il governo non cada nella tentazione di mettersi di traverso. O almeno che lo faccia in punta di piedi.

Trump invoca il taglio dei tassi di interesse Usa. Ma tra inflazione, pressioni sui rendimenti a lunga scadenza e disavanzo pubblico crescente, una politica monetaria espansiva rischia di ottenere l’effetto opposto. In gioco anche la credibilità della Fed.