Di fronte alla crisi provocata dal coronavirus l’obiettivo fondamentale della politica economica è evitare i fallimenti delle imprese. Una simulazione sui bilanci 2018 ci dà un’idea di quando e dove intervenire e dell’ammontare di risorse necessarie.
Categoria: Argomenti Pagina 286 di 1105
- Banche e finanza
- Concorrenza e mercati
- Conti Pubblici
- Disuguaglianze
- Energia e ambiente
- Famiglia
- Fisco
- Gender gap
- Giustizia
- Immigrazione
- Imprese
- Informazione
- Infrastrutture e trasporti
- Internazionale
- Investimenti e innovazione
- Lavoro
- Mezzogiorno
- Moneta e inflazione
- Pensioni
- Povertà
- Sanità
- Scuola, università e ricerca
- Società e cultura
- Stato e istituzioni
- Turismo
- Unione europea
Il sistema ospedaliero è messo a dura prova dal Covid-19. Sotto accusa sono i tagli ai posti letto degli ultimi anni, anche se quelli in terapia intensiva sono aumentati. Per il dopo-epidemia si profila l’opportunità di un piano Marshall della sanità.
Fenomeni potenzialmente catastrofici come il coronavirus richiederebbero l’applicazione del principio di precauzione. Il confronto fra due circolari fa pensare invece che l’attenzione alla massima precauzione possibile a un certo punto si sia ridotta e che l’allarme sia stato sottovalutato.
L’alto numero di morti da coronavirus rispetto ai tamponi positivi suggerisce che in Italia molti contagiati non sono stati ancora scoperti. Stime su dati coreani dicono che potrebbero essere oggi 240 mila. Rispettare la quarantena è quindi fondamentale.
Le forti oscillazioni nello spread tra Btp e Bund degli ultimi giorni sono facilitate da alcune specificità: la liquidità del mercato, il ruolo dei futures, il disallineamento negli orari di apertura e chiusura. Ma ci sono alcune soluzioni facili.
Come in ogni momento di crisi, anche in questi giorni la domanda di attività in dollari, considerati moneta rifugio, è aumentata. Ecco perché le principali banche centrali del mondo si sono coordinate per garantire liquidità nella valuta americana.
La Corea del Sud affronta la crisi pandemica con una strategia diversa da quella utilizzata in altri paesi. Non prevede la chiusura generalizzata delle attività del paese, conta molto sulla tecnologia e non si preoccupa troppo della privacy dei cittadini.
Per fronteggiare l’inevitabile recessione causata dalla pandemia si parla molto di “helicopter money”. Ma non sarebbe immaginabile, e sarebbe anzi controproducente, che diventasse uno strumento ordinario della politica monetaria.
La Bce vara un piano straordinario da 750 miliardi. Funzionerà? Dipende dalla composizione degli acquisti di titoli di stato: dovrebbe andare incontro ai paesi con debiti più alti. Ma la vera svolta sarebbe svincolare il programma Omt dall’accesso al Mes.
Con l’epidemia di Covid-19, la recessione è alle porte. Ci saranno contraccolpi anche per il settore bancario. Sarebbe forse il momento di abbinare alla pressione regolamentare una visione più ampia, che dia maggiore flessibilità alle banche.