Secondo la teoria della grande sostituzione, il destino di europei e nordamericani è segnato. Ma se è possibile uno scontro di civiltà, lo è altrettanto l’incontro. Perché non c’è un futuro predeterminato. E i percorsi di integrazione si possono costruire.
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La firma italiana al Memorandum of Understanding con la Cina ha mosso le acque anche in Europa. Si intravede ora la possibilità di quella posizione comune che finora è mancata, ma che è l’unica strada per ottenere risultati concreti e duraturi.
L’Ecofin ha preso atto che non vi è convergenza fra i 28 paesi Ue neppure su una versione molto ridotta di web tax. Per l’adeguamento del concetto di stabile organizzazione l’Unione deve trovare un accordo al suo interno e poi portarlo in sede Ocse.
Il reddito di cittadinanza è stato introdotto anche in Italia. Andrà a rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito. Potrà però avere effetti collaterali non solo sull’integrazione lavorativa dei disoccupati, ma anche sul tasso di licenziamento.
In Cina il Congresso nazionale del popolo ha approvato la nuova Foreign Investment Law. Introduce misure per promuovere e proteggere gli investimenti esteri. Ma è ancora troppo vaga per poter dire che sarà risolutiva e che la politica di Trump ha pagato.
In Italia il costo della vita varia molto da zona a zona. Se ne deve tener conto nel fissare il salario minimo? In teoria sì, ma a costo di una maggiore complessità del sistema. Differenziarlo a livello regionale potrebbe essere un buon punto di partenza.
Per valutare gli effetti di politiche espansive va considerata l’esistenza di forme di risparmio precauzionale, oltre alla composizione dello stimolo fiscale. Per esempio, l’effetto sui consumi di un aumento della spesa sanitaria cambia dal breve al lungo periodo.
Il numero degli impianti necessari a trattare i rifiuti differenziati continua a essere insufficiente e prelude a nuove emergenze. La regolazione incentivante infatti da sola non basta. Occorre prendere esempio dalle poche regioni autosufficienti.
Il ministero dell’Economia prepara un pacchetto investimenti che potenzia misure già esistenti. Meglio sarebbe stato vararlo in estate, quando però le due componenti del governo erano impegnate sulle leggi-simbolo. Ora speriamo almeno in una rapida messa a punto e approvazione.
Il governo torna a parlare di flat tax. Allo studio è una misura per le famiglie, che favorirebbe quelle monoreddito. Il gettito perso sarebbe di circa 17 miliardi. Ma il problema più grave è che scoraggia il lavoro, soprattutto quello delle donne.