Come agevolare il processo di trasferimento di conoscenza dall’università all’industria? L’obiettivo è sviluppare un modello che superi la scarsa attenzione ai fabbisogni del mercato, sostenendo spin off e start up fondate da laureati e dottori di ricerca.
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Diventa obbligatorio il dibattito pubblico prima della realizzazione di opere infrastrutturali rilevanti. Può aiutare a migliorare le decisioni delle amministrazioni. A patto che tutti i soggetti interessanti siano consapevoli dei limiti da non superare.
In trent’anni le disuguaglianze nei salari giornalieri sono aumentate meno nel nostro paese rispetto alla Germania. Ma la situazione è ben diversa per le retribuzioni annuali. Bisogna dare più spazio alla contrattazione decentrata e alle deroghe ai Ccnl.
Servono le politiche attive del lavoro? Nel breve periodo i tirocini in azienda sono più utili della formazione professionale in aula. Proprio perché la lentezza della transizione scuola-lavoro deriva dalla mancanza di competenze lavorative dei giovani.
L’ordinamento europeo si orienta verso una sempre maggiore trasparenza delle istituzioni. In Italia restano invece zone d’ombra, dall’attività delle commissioni parlamentari alla regolamentazione delle lobby e alla valutazione delle politiche pubbliche.
Social network, web o carte fedeltà generano un immenso archivio di dati estremamente interessanti per le aziende. I professionisti in grado di “leggerle” sono pochi e molto ricercati. Tanta pratica e competenze multidisciplinari nel loro apprendimento.
Confrontando le posizioni espresse nel discorso di insediamento di Giuseppe Conte con quelle dei suoi predecessori emerge un esecutivo a favore dell’intervento dello stato nell’economia, poco europeo, ma molto attento alla lotta alla corruzione.
Se non vuole ritrovarsi nel classico vicolo cieco, il governo deve scegliere nuove strade per Alitalia. Puntando al riequilibrio economico attraverso un piano d’impresa che aggiusti un modello di business che non funziona, per farlo divenire sostenibile.
I lavoratori domestici – badanti comprese – sono in Italia oltre 2 milioni, molti dei quali stranieri. E quasi il 60 per cento non è in regola. Ricorrere come in passato a una sanatoria non basterebbe a garantire benefici sostenibili a lungo termine.
I dati confermano che non si può parlare di emergenza immigrazione, né in Italia né in Europa. Ma gli elettori di molti paesi hanno creduto alla propaganda dei partiti di destra. L’argine è in politiche che proprio il populismo al potere rende difficili.