Gli scenari apocalittici descritti anche dalla stampa internazionale in caso di vittoria del “no” sono realistici? Eventuali oscillazioni dei mercati finanziari non possono cancellare il fatto che negli ultimi anni le condizioni di sostenibilità del debito pubblico italiano sono finora migliorate.
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All’Italia servono governi più stabili? Forse sì, se si considera che il nostro è il paese con più crisi di governo dal 1970 a oggi. Un primato mantenuto anche nella seconda repubblica. La riforma costituzionale non è perfetta, ma cerca di risolvere problemi dovuti all’instabilità del passato.
La difficile situazione del gruppo del Sole24Ore non è imputabile solo alla crisi generalizzata della carta stampata. Le perdite e la progressiva riduzione del patrimonio netto registrate negli ultimi cinque anni rendono necessaria la ricapitalizzazione. Ma anche un’opera di pulizia e chiarezza.
Dopo aver vinto le primarie del centro-destra francese, Fillon sarà molto probabilmente il prossimo inquilino dell’Eliseo. La sua filosofia economica è di impronta fortemente liberale, tanto da rivendicare un debito verso Margaret Thatcher. Ma altri temi potrebbero essere il suo tallone d’Achille.
La Consulta ha bloccato le parti della legge Madia che prevedono solo un parere non vincolante delle regioni su materie a potestà concorrente. Tutto parte dalla delega scritta male e dal non aver cercato correttivi prima della sentenza. Il problema è antico e la nuova Costituzione non l’affronta.
Con la riforma costituzionale i costi della politica si abbasseranno di poco o in misura più consistente? Se si tengono in considerazione tutti i fattori in gioco, le stime si avvicinano ai numeri del governo. Perché è necessaria e quanto incide la decostituzionalizzazione delle province.
Nella riforma costituzionale cambia il rapporto Stato-regioni, con una separazione più netta di competenze. Ne deriva un assetto istituzionale più razionale ed efficiente. Per le regioni a statuto ordinario c’è la possibilità di ottenere maggiore autonomia. A patto di avere i conti in ordine.
La riforma costituzionale prevede che la revisione del Titolo V si applichi alle regioni a statuto speciale solo dopo una specifica modifica dei loro statuti. Lo stato riconosce così agli enti territoriali autonomi un ingiustificato potere di veto. Possibili conseguenze sulla politica finanziaria.
In un’epoca di persistente stagnazione economica si dovrebbe usare la spesa pubblica, finanziata col debito, per espandere la crescita. Sembra essere il “nuovo consenso”. Ma c’è chi sostiene che il debito debba sì crescere, ma per la riduzione delle tasse. I molti presupposti da dimostrare.
Lo spauracchio del possibile mutamento di rotta dell’amministrazione Usa sul cambiamento climatico ha reso la Cop 22 di Marrakech un esercizio che sarà subito dimenticato. Nessun passo avanti sulle questioni rimaste aperte dopo l’Accordo di Parigi. Intanto la temperatura continua ad aumentare.