La vendita delle quote di Sea o dell’autostrada Milano Serravalle da parte del comune di Milano riapre la questione del rapporto pubblico privato a livello locale e nazionale. Forse alcune procedure sono migliorabili, ma è un bene che qualcuno prenda i vincoli di bilancio sul serio. Altri comuni e Regioni dovrebbero seguire questo esempio e non limitarsi a lamentarsi per il taglio dei trasferimenti. Ma forse le regole della finanza locale sono troppo rigide: essere costretti a vendere non aiuta a vendere bene.
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Un paese può uscire legalmente dall’euro? L’opinione dominante è che non sia possibile senza una modifica dei Trattati. In realtà , vanno esaminate tre differenti ipotesi. L’estromissione di uno Stato dalla moneta unica o dalla Unione Europea sembra giuridicamente impossibile, mentre l’uscita del blocco dei virtuosi è ammissibile, ma costituzionalmente rivoluzionaria. Il recesso volontario dei paesi in default non è previsto, ma non trova ostacoli giuridici insormontabili. E i partner europei potrebbero suggerirlo come soluzione obbligata ai paesi in default.
Da destra e da sinistra si accusa il neonato governo Monti di non essere frutto di una scelta democratica, ma di una imposizione dei mercati. Il nuovo esecutivo nasce indubbiamente per l’emergenza sui mercati finanziari. E dalla paralisi decisionale del governo Berlusconi che avrebbe reso inevitabile il default. Quanto al ruolo più attivo della Bce, l’Italia sarà più credibile nell’invocarlo se darà l’impressione di voler mettere a posto i conti, senza scaricare sulla Banca centrale o su altri paesi i costi della crisi. Un conflitto di interessi che era meglio evitare.
L’analisi sugli spread dei Cds dei debiti sovrani europei suggerisce che i mercati non fanno distinzioni sul rischio dei titoli dei diversi paesi europei, che l’Italia sta diventando la principale fonte di contagio e che perciò i titoli di altri stati europei non offrono grandi opportunità di diversificazione. Se la tendenza dovesse continuare e la crisi italiana non trovasse una soluzione, sarebbe compromessa la stabilità finanziaria dell’intera zona dell’euro. Quello che gli italiani sapranno fare per l’Italia, nel bene o nel male, lo faranno anche per l’Europa.
Per un federalismo demaniale efficace e permanente è necessario impostare un programma nazionale di analisi e valutazione delle potenzialità economiche dei beni da trasferire, coordinare le competenze nazionali per lo sviluppo del territorio e trasferire il patrimonio statale insieme alle risorse necessarie per la sostenibilità dei progetti di valorizzazione. È dunque un progetto da rinviare fino a quando non ci sarà un progetto-paese e saranno disponibili fondi adeguati da erogare agli enti territoriali, a prescindere dalle emergenze e calamità .
Le borse di Tunisi e del Cairo, con il loro diverso andamento, rispecchiano le probabilità di successo del processo di democratizzazione nei due paesi. Buone le prospettive della Tunisia, forte di una tradizione laica radicata, un reddito pro-capite adeguato e stretti legami economici e culturali con il mondo occidentale. L’Egitto, invece, ha un reddito pro-capite nettamente inferiore, una frammentazione culturale maggiore e un riferimento alla legge coranica in Costituzione. Mentre i militari cercano in tutti i modi di procrastinare e svuotare di significato le elezioni.
Come abbiamo messo in evidenza nella proposta di riforma pubblicata su questo sito, le pensioni di anzianità restano il grande nemico del sistema pensionistico. La riforma Dini ammetteva il pensionamento flessibile, ma assumeva il principio di corrispettività tra pensione e contributi versati. Gli interventi successivi hanno soffocato quella flessibilità , che invece va restituita al sistema. Si possono anticipare alla fase transitoria le regole previste a regime per il contributivo. Le pensioni di anzianità dovrebbero essere sottoposte a una correzione attuariale che dia conto della loro maggior durata rispetto alla pensione di vecchiaia.
Il consolidamento fiscale è una delle sfide più importanti che i paesi avanzati devono affrontare in questo decennio. Ma come si possono stabilizzare e poi ridurre i debiti pubblici? Si può imparare dal passato. L’analisi di precedenti piani di consolidamento fiscale e dei risultati ottenuti permette di enucleare gli elementi di successo e insuccesso. Indispensabile per i politici avere le idee chiare su riforme strutturali da realizzare con il consenso dell’opinione pubblica. Costruito spiegando i problemi e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Con il nuovo governo si tornerà a parlare di lotta all’evasione fiscale. Ma quali sono gli strumenti per affrontare un problema complesso e antico? Si possono accrescere i vincoli alla compensazione dei crediti Iva. E vanno applicate o estese le misure che hanno dimostrato di essere efficaci per aumentare il costo dell’evasione. Ma nel medio periodo è cruciale il tema della qualità e dell’utilizzo delle informazioni. L’amministrazione finanziaria dovrebbe razionalizzare le sue richieste di dati. E usare tutti quelli a sua disposizione per prevenire e non solo per reprimere.
Il Parlamento ha approvato lo statuto d’impresa. Vi faceva riferimento anche la lettera di intenti inviata dal governo all’Europa. Contiene importanti principi, ma mira a tutelare soprattutto le piccole imprese. Il rischio di privilegiare la piccola dimensione è però quello di condannare il nostro sistema produttivo a una condizione di nanismo industriale che non crea i presupposti per una reale crescita dell’economia.