Dal 2012 l’età della pensione per le dipendenti pubbliche sale a 65 anni. Uno scalone solo per le lavoratrici, dunque. Ma ci sono anche vantaggi. Aumenta infatti la rata di pensione: un fatto positivo se si considera che le donne sono più esposte al rischio povertà in età anziana. Tuttavia i benefici maggiori potrebbero essere culturali. Le regole meno stringenti sull’età di pensionamento sono una sorta di ricompensa per la mole di lavoro domestico e di cura che le donne si assumono. Ora, le nuove norme potrebbero portare a un maggior equilibrio nella divisione del lavoro non retribuito.
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La discussione sulla vicenda della Fiat di Pomigliano ha fatto emergere una visione statica e troppo semplificata della globalizzazione. Che non lascia spazi all’iniziativa politica, se non per l’eventuale chiusura protezionistica. E così di fronte alla corsa al peggio nelle condizioni di lavoro non resterebbe altro che la rassegnazione. Invece l’alternativa esiste. E sono proprio i paesi emergenti a offrire esempi di buone politiche orientate al futuro con i massicci investimenti nell’educazione. Su questo, un paese in ripiegamento come l’Italia, farebbe bene a riflettere.
“La norma che innalza la soglia per gli assegni di invalidità dal 74 per cento all’Â’85 per cento sarà cancellata” dichiara martedì 6 luglio lÂ’’onorevole Antonio Azzollini, relatore di maggioranza della manovra economica in discussione in questi giorni in Parlamento. Ma le associazioni che rappresentano le persone con disabilità non si fidano e confermano la giornata di protesta prevista per il 7 luglio davanti a Montecitorio.
I sensibili differenziali di prezzo nelle forniture di beni e servizi alle aziende sanitarie e ospedaliere spesso non hanno alcuna giustificazione. Tuttavia, le differenze non sono solo funzione di variabili tipiche dei mercati di beni e servizi, dipendono anche da numerosi altri fattori. Agli interventi di razionalizzazione degli acquisti andrebbero dunque affiancati meccanismi di valutazione che siano in grado di valutare tutti gli elementi del costo delle forniture. Guardando soprattutto all’efficacia clinica degli standard tecnologici adottati e ai servizi accessori associati.
La disoccupazione giovanile è al 20 per cento in Europa. Si tratta anche di una conseguenza di riforme del mercato del lavoro rimaste incomplete. Per rendere politicamente accettabili quelle intraprese a partire dalla fine degli anni Ottanta, si è lasciato che influissero solo sulle nuove assunzioni. Si è così creato un dualismo nel mercato del lavoro, tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato. Che è iniquo e fortemente distorsivo. Si può risolverlo ricorrendo a forme di tutela progressiva del lavoro.
A due anni dall’introduzione della legge 133, nella pubblica amministrazione le assenze si sono ridotte significativamente. Riflessi indiretti si sono avuti anche nel settore privato, riducendo la tendenza a comportamenti opportunistici. Nel privato le assenze sono contenute dalla necessità di confrontarsi con il mercato. Nel pubblico, la nuova norma ha dato un prezzo al giorno di assenza, introducendo una regola chiara in un sistema frammentato per qualifiche e settori. I risultati del lavoro di una commissione indipendente di valutazione.
Il mondo della rete ha sicuramente generato effetti negativi per la carta stampata. Non tanto attraverso una sostituzione diretta di investimenti pubblicitari e lettori, quanto con l’introduzione di nuovi strumenti pubblicitari e di una enorme massa di contenuti che hanno posto il format dei giornali tradizionali in una situazione difensiva. Ma il mondo di Internet, pur destabilizzando gli attori tradizionali, non ha ancora risolto compiutamente i problemi legati all’equilibrio economico dei siti. Lavoce.info e la scommessa dei contributi volontari dei lettori.
Arrivato alla quinta edizione, il Festival dell’Economia di Trento mantiene un buon livello di interesse sui giornali. L’analisi temporale suggerisce l’esistenza di trend positivi su Repubblica e sul Sole-24Ore e di trend negativi sul Corriere e sulla Stampa. Le due testate hanno raggiunto il picco più alto nel 2007, quando si è discusso di capitale umano e capitale sociale. Il Sole tocca il picco nel 2009 con il Festival dedicato alla crisi economico-finanziaria e Repubblica quest’anno, con il tema dell’informazione. La presenza di politici di primo piano e la copertura mediatica.
In un periodo di forte disoccupazione è importante valutare fino a che punto i redditi di coloro che perdono il lavoro vengono compensati dal supporto pubblico. E anche quali costi ne derivino per i governi. Uno stress-test sui sistemi di welfare di cinque paesi europei mostra che l’Italia spende più di altri per assicurare una protezione più limitata. La causa è l’assenza di forme generalizzate di sostegno al reddito. A rischio povertà il 91 per cento dei disoccupati di famiglie monoreddito contro il 32 per cento del Belgio, il 55 per cento della Spagna e il 75 per cento del Regno Unito.
La Relazione sul federalismo è una positiva prova politica, offre un’importante documentazione contabile, contiene qualche proposta convincente come il passaggio alla finanza comunale delle imposte sui trasferimenti immobiliari. Inatteso e stupefacente il richiamo agli studi di settore, ma se ne potrà discutere. Sarebbe stata utile maggiore attenzione al rapporto tra norme e comportamenti, che è il punto debole della finanza pubblica italiana. Manca soprattutto ogni ipotesi su come rimediare alla irresponsabile abolizione dell’Ici sulla prima casa.