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IN SANITÀ IL PREZZO NON È TUTTO

I sensibili differenziali di prezzo nelle forniture di beni e servizi alle aziende sanitarie e ospedaliere spesso non hanno alcuna giustificazione. Tuttavia, le differenze non sono solo funzione di variabili tipiche dei mercati di beni e servizi, dipendono anche da numerosi altri fattori. Agli interventi di razionalizzazione degli acquisti andrebbero dunque affiancati meccanismi di valutazione che siano in grado di valutare tutti gli elementi del costo delle forniture. Guardando soprattutto all’efficacia clinica degli standard tecnologici adottati e ai servizi accessori associati.

Il festival dell’economia letto sui giornali

Arrivato alla quinta edizione, il Festival dell’Economia di Trento mantiene un buon livello di interesse sui giornali. L’analisi temporale suggerisce l’esistenza di trend positivi su Repubblica e sul Sole-24Ore e di trend negativi sul Corriere e sulla Stampa. Le due testate hanno raggiunto il picco più alto nel 2007, quando si è discusso di capitale umano e capitale sociale. Il Sole tocca il picco nel 2009 con il Festival dedicato alla crisi economico-finanziaria e Repubblica quest’anno, con il tema dell’informazione. La presenza di politici di primo piano e la copertura mediatica.

Una crisi pagata dai giovani

La disoccupazione giovanile è al 20 per cento in Europa. Si tratta anche di una conseguenza di riforme del mercato del lavoro rimaste incomplete. Per rendere politicamente accettabili quelle intraprese a partire dalla fine degli anni Ottanta, si è lasciato che influissero solo sulle nuove assunzioni. Si è così creato un dualismo nel mercato del lavoro, tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato. Che è iniquo e fortemente distorsivo. Si può risolverlo ricorrendo a forme di tutela progressiva del lavoro.

Federalismo: avanti piano

La Relazione sul federalismo è una positiva prova politica, offre un’importante documentazione contabile, contiene qualche proposta convincente come il passaggio alla finanza comunale delle imposte sui trasferimenti immobiliari. Inatteso e stupefacente il richiamo agli studi di settore, ma se ne potrà discutere. Sarebbe stata utile maggiore attenzione al rapporto tra norme e comportamenti, che è il punto debole della finanza pubblica italiana. Manca soprattutto ogni ipotesi su come rimediare alla irresponsabile abolizione dell’Ici sulla prima casa.

La complicata ricerca di un sostituto dell’Ici

Un’imposta sul patrimonio immobiliare è considerata la migliore soluzione per il finanziamento degli enti locali. E infatti è negli Stati Uniti vige la property tax. Perché allora in Italia è stata abolita l’Ici e si parla ora di introdurre una imposta sui servizi? Dal confronto tra vari tipi di tassazione si ricava che qualsiasi prelievo basato oltre che su logiche tariffarie su parametri integrativi avrebbe comunque l’effetto di trasferire il prelievo dai contribuenti più ricchi agli altri. E in particolare determinerebbe un maggior onere sulle classi medie.

Ammortizzatori sociali sotto stress-test

In un periodo di forte disoccupazione è importante valutare fino a che punto i redditi di coloro che perdono il lavoro vengono compensati dal supporto pubblico. E anche quali costi ne derivino per i governi. Uno stress-test sui sistemi di welfare di cinque paesi europei mostra che l’Italia spende più di altri per assicurare una protezione più limitata. La causa è l’assenza di forme generalizzate di sostegno al reddito. A rischio povertà il 91 per cento dei disoccupati di famiglie monoreddito contro il 32 per cento del Belgio, il 55 per cento della Spagna e il 75 per cento del Regno Unito.

Un commento all’articolo di Iacopo Viciani “Aiuti da valutare”

Iacopo Viciani tratta la vexata quaestio dellÂ’’efficacia, o meno, dell’Â’aiuto pubblico allo sviluppo con passione ed evidente capacità professionale, evidenziando giustamente come il dibattito sullÂ’’efficacia degli aiuti sia spesso molto ideologizzato e come oramai sia molto numerosa la corrente di pensiero, cui appartengo, che considera gli aiuti inutili, se non dannosi.

Più immigrati più crimine? Dipende dalla politica

I risultati di una indagine sul Regno Unito mostrano che la presenza di immigrati non necessariamente si trasforma in un aumento dei tassi di criminalità. Anzi. Se agli stranieri viene lasciata la libertà di entrare e uscire dal paese ospitante, lavorare in regola e scegliere i mercati del lavoro locali in cui inserirsi, non si registrano effetti negativi dal punto di vista della criminalità. Quando la politica migratoria preclude loro queste possibilità, possono finire per scegliere attività criminose per far fronte alle necessità di sostentamento.

G20: o la botte piena o la moglie ubriaca

I Grandi ci raccontano che al G20 di Toronto hanno messo le basi per il ritorno ad una crescita economica più rapida e meno rischiosa. Non è così. Bisognerà scegliere: se vogliamo un ritorno più rapido alla crescita, dobbiamo accettare la finanza non regolata e quindi convivere con il rischio di nuove crisi. Se non ci piacciono le crisi, dobbiamo regolare o tassare la finanza e accettare la minore crescita media che l’aumentato costo del credito comporterà.

La risposta ai commenti di Luigi Mariucci con commento di Pietro Ichino

Ai diversi commenti al mio intervento rispondo così. Il caso di Pomigliano può essere valutato da diversi punti di vista. Ovviamente io l’Â’ho commentato in base alle mie competenze. In questa ottica ho distinto tra clausole di quellÂ’’accordo, pure molto costrittive, come quelle riferite allÂ’’orario di lavoro, ma in sé legittime, perché nella disponibilità dei contraenti, e clausole a mio avviso illegittime, perché relative a materie non negoziabili, quali, in particolare, quelle riferite ai trattamenti di malattia e alla pretesa di rendere vincolante verso i singoli la clausola di tregua.

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