Apprendiamo che buona parte delle responsabilità della crisi sono attribuite dal Presidente del Consiglio ai giornali che parlano della crisi stessa e creano sfiducia e paura, nel pubblico di consumatori, che così indugiano in comportamenti di risparmio invece che di spesa. E poi che non si deve continuare a parlare di una crisi profonda, chi lo fa porta nei consumatori una paura che modifica le abitudini degli acquisti. Da qui si verifica la regressione negli ordini delle aziende. Insomma la crisi è propagata da chi ne parla e fa previsioni pessimiste.
La mente corre a frasi lette e rilette in gioventù
Coloro i quali avevano impugnato così risolutamente, e così a lungo, che ci fosse vicino a loro, tra loro, un germe di male, che poteva, per mezzi naturali, propagarsi e fare una strage; non potendo ormai negare il propagamento di esso, e non volendo attribuirlo a que mezzi (che sarebbe stato confessare a un tempo un grandinganno e una gran colpa), erano tanto più disposti a trovarci qualche altra causa, a menar buona qualunque ne venisse messa in campo. Per disgrazia ce nera una in pronto nelle idee e nelle tradizioni comuni allora, non qui soltanto, ma in ogni parte dEuropa: arti venefiche, operazioni diaboliche, gente congiurata a sparger la peste, per mezzo di veleni contagiosi, di malíe. Già cose tali, o somiglianti, erano state supposte e credute in molte altre pestilenze, e qui segnatamente, in quella di mezzo secolo innanzi (A. Manzoni, I promessi sposi, Einaudi-Gallimard, pp. 457-458).
In principio, dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi febbri pestilenziali: lidea sammette per isbieco in un aggettivo. Poi una vera peste; vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci sè attaccata unaltra idea, lidea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde lidea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro (ibidem, p. 461).