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LA FUGA VERSO LA QUALITA’ NON SPIEGA TUTTO

La fuga verso la qualità sembra dar conto di circa un quinto dello spread Btp-Bund tedeschi. La maggior parte del differenziale è dunque dovuta a un effettivo maggior rischio paese avvertito dai mercati finanziari. Lo spread è tornato a livelli non dissimili da quelli sperimentati nella crisi del marzo 1995. E’ la riconferma della necessità di mantenere un rigoroso controllo della dinamica del debito nel nostro paese. E del fatto che il necessario uso della leva fiscale non deve significare il ritorno a una spesa pubblica senza freni.

UN TRENO CARICO DI SUSSIDI

La socialità dei servizi di trasporto è una scelta politica. E infatti molti paesi non li sussidiano. L’Italia invece ha tariffe molto basse e servizi capillari. Anche per i treni. Ma il concetto di servizio ferroviario universale è tecnicamente privo di senso. Per essere giustificato, ha bisogno di flussi di domanda molto consistenti, presenti nelle aree e sulle relazioni dense, ma non in quelle periferiche. Tuttavia, a nessuno interessa verificarne la socialità, nonostante che alle sole ferrovie regionali vadano 1.500 milioni di euro di risorse pubbliche.

RCS SULLE NOTE DELL’AIDA

La scorsa settimana Mediobanca ha deciso di alzare da “neutral” ad “outperform” il proprio rating di Rcs Mediagroup, “alla luce di un grande potenziale di crescita del titolo” (il cui target price è stato quasi raddoppiato, da 0,93 a 1,65 euro). Il tutto a pochi giorni dalla presentazione di una trimestrale disastrosa per il gruppo editoriale (perdite più che raddoppiate rispetto allo stesso trimestre del 2008, ricavi in calo quasi del 20 per cento e debito salito a 1,2 miliardi di euro). Di fronte a prospettive quanto mai incerte (per usare un eufemismo) per l’industria dell’editoria a livello globale. Solo sulla base di un piano di ristrutturazione (e di un aumento del prezzo di vendita di Corriere e El Mundo) ancora tutto da definire nei particolari e soprattutto da gestire. Il titolo che aveva molto sofferto in questi mesi, ha conosciuto una marcia trionfale sulle note dell’Aida: + 46% nel giro di due sedute. Molti i commenti (e le indiscrezioni) sulle motivazioni dell’upgrading di Mediobanca. Ma non abbiamo trovato da nessuna parte un rilievo molto semplice: è normale che l’azionista di maggioranza di Rcs Mediagroup, nonché membro del patto di sindacato che controlla il gruppo, faccia un upgrading di Rcs Mediagroup scatenando un rally del titolo? E perché nessuno, dicasi nessuno, ha sollevato il problema? Come mai il Presidente della Consob, così attivo in questi giorni sui giornali nel giustificare le incredibili norme anti-opa (leggasi a protezione degli attuali gruppi di controllo delle società italiane) da lui stesso sponsorizzate, non si è sentito in dovere di intervenire? Sono interrogativi inquietanti anche per l’indipendenza della carta stampata. Non vorremmo che un domani, il Corriere della Sera si sentisse un po’ in difficoltà quando dovrà commentare le scelte di Mediobanca e del suo discusso presidente.

SE LA SANITA’ DIVENTA UN ESERCIZIO TEORICO

Prosegue la nostra analisi del Libro bianco sul futuro modello sociale. Nelle politiche sanitarie il documento descrive un sistema da cambiare integralmente, con l’unica eccezione del terzo settore. Un giudizio che disconosce il valore dell’universalità dell’assistenza sanitaria. E punta a un ridimensionamento del pubblico a favore del privato. Contiene anche alcune imprecisioni, forse frutto di una conoscenza aneddotica del sistema sanitario italiano. Quanto alla decantata centralità della persona, non si supera l’autoreferenzialità da addetti ai lavori.

MARCHIONNE E LE AUTO BLU

Il progetto di Fiat su Opel è più delicato di quello su Chrysler. Il momento è già bruttissimo. E nel breve periodo è ragionevole pensare che la fusione aumenterebbe la disoccupazione. Ma nel lungo periodo, se tutto funziona, sarebbe un bene anche per i lavoratori. E’ poi curioso che queste imprese vengano vendute da governi che non le possiedono. Mentre lo Stato italiano, che tanti aiuti ha garantito in passato a Fiat, oggi sta a guardare. Ma forse è meglio così.

COME CAMBIERANNO LE REGOLE DELLA FINANZA

Il rapporto De Larosière è ormai il punto di riferimento per la riforma degli istituti di supervisione finanziaria nell’Unione Europea. Propone un organismo che guardi alla stabilità del sistema nel suo complesso. Ma finché le istituzioni europee non avranno più potere e più responsabilità, è forse meglio concentrarsi su una regolamentazione che superi vecchi steccati, quali quelli della sussidiarietà o della regolamentazione minima. Lasciare la supervisione a livello nazionale con una buona regolamentazione comunitaria non sarebbe una sciagura.

L’ECONOMIA ITALIANA DOPO LEHMAN BROTHERS

I dati ora disponibili permettono di leggere con maggiore precisione quanto è successo in Italia e negli altri paesi nei sei mesi dopo il fallimento di Lehman Brothers, l’inizio ufficiale della crisi. Ma non ci dicono tanto che l’Italia sta facendo meglio o peggio degli altri. Più che altro ci ricordano che in difficoltà ci siamo entrati molto prima degli altri. Per questo, rinviare le riforme è un lusso che l’economia italiana non può permettersi.

PASSAGGIO IN INDIA

Sconfitta la tendenza a bocciare sempre e comunque il governo in carica, il risultato delle elezioni in India fa ben sperare per la continuità delle politiche di riforma. La sorprendente vittoria del partito del Congresso è stata certo favorita dal buon andamento dell’economia indiana. agricoltura compresa, nonostante la crisi globale. Degli argomenti connessi alla crisi e alla globalizzazione si parlerà al Festival dell’Economia di Trento dal 29 maggio al 1° giugno sul tema “Identità e crisi globale”.

IL VOTO EUROPEO DEI RAGAZZI DEL MILLENNIO

Alle elezioni europee voteranno per la prima volta circa 31 milioni di Millennials, i ragazzi diventati maggiorenni nel XXI secolo. Negli Stati Uniti questa generazione è stata determinante per l’elezione di Obama. In Italia sono meno che negli altri paesi e paradossalmente hanno anche maggiori limiti di partecipazione alle elezioni rispetto ai coetanei europei. Come valorizzare la loro voglia di fare? Abbassando a sedici anni l’età del voto e modificando le regole per la cittadinanza dei figli degli immigrati.

DIRIGENTE PUBBLICO IN CERCA DI RUOLO *

In questi giorni si scrive il decreto delegato con il quale dare attuazione alla cosiddetta legge Brunetta sul lavoro pubblico. Produttività, efficienza e trasparenza sono i principi che guidano il disegno di riordino del settore. Dove si affrontano temi di indubbia rilevanza, come la contrattazione e la valutazione del personale. Ma il testo non sembra prestare la dovuta attenzione a una figura cruciale: il dirigente pubblico. Che è il reale intermediario e attuatore di qualsiasi intervento di riforma.

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