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UN BONUS CHE PESA SULL’AMBIENTE

Scaduto il bonus fiscale sulla benzina deciso dal governo Prodi, sono già forti le pressioni perché il nuovo esecutivo rinnovi il provvedimento, anzi lo rafforzi. Ma l’accisa sui carburanti va considerata sotto il profilo della correzione dell’impatto ambientale. Se proprio si deve intervenire, meglio dunque prevederne una riduzione virtuale e utilizzare la somma ricavata per favorire il risparmio energetico o per incentivare le energie rinnovabili. Si eviterebbe di inviare ai cittadini il segnale sbagliato che la tassazione delle fonti fossili di energia si può ridurre.

DUE COMMI PER IL FEDERALISMO

Una particolare interpretazione dell’articolo 119 della Costituzione, fondata sul comma 4, renderebbe di fatto non solo impossibile il federalismo fiscale, ma incostituzionale ogni autonomia di qualunque tipo attribuita agli enti locali. E’ un’interpretazione di parte e non tiene conto del comma 3 che definisce caratteristiche e finalità della perequazione territoriale delle risorse. Altrettanto pericolosa per gli enti territoriali, di qualunque latitudine, delle derive leghiste o secessioniste. Serve una lettura ragionevole della norma costituzionale.

VIAGGIO AL TERMINE DELLA MUNNEZZA

Primo Consiglio dei ministri a Napoli, all’ordine del giorno la crisi dei rifiuti. Ma anche per il nuovo governo non sarà facile trovare una soluzione definitiva. Nel frattempo, la situazione è lontana dalla normalità: si cerca ancora un rimedio temporaneo per far fronte all’emergenza. Intanto, però, il capitale di fiducia dei cittadini nelle istituzioni è stato dissipato e il denaro sperperato per operazioni clientelari o conniventi. Da questa situazione si uscirà con enormi difficoltà, grande pazienza, nervi saldi e soprattutto tempi lunghi.

L’EUROPA DELLA MICRODEMOCRAZIA

Una ricerca sul funzionamento dei sistemi democratici in Europa delinea un approccio innovativo. Si concentra nella misurazione del livello di cultura democratica e delle relazioni tra i valori, la vita di tutti i giorni, i comportamenti. L’Italia, tanto per cambiare, non fa una bella figura. Andiamo malissimo nell’indice di democrazia elettorale e procedurale e nella libertà di scelta del modello famigliare. Relativamente meno peggio facciamo nel controllo sull’erogazione dei servizi, nella partecipazione civica e attivismo.

IL PARADOSSO DEI FONDI SOVRANI

Secondo la teoria economica, i paesi emergenti in forte crescita dovrebbero essere importatori netti di capitale e non esportatori. Dovrebbero anche utilizzare i surplus commerciali per aumentare le riserve ufficiali a disposizione delle autorità monetarie. Invece creano fondi sovrani. Le ragioni sono molte. Ma c’è il rischio che si cada in tentazioni protezionistiche di natura finanziaria. Appellarsi alla trasparenza non basta. Meglio un’iniziativa a livello internazionale che limiti l’attività dei fondi sovrani. A partire dal controllo delle imprese.

Ferrovie e Alitalia: un matrimonio contro natura

LÂ’’ultima, geniale trovata: far assorbire Alitalia dalle Ferrovie dello Stato. Peccato non si possa. Questa operazione richiederebbe il vaglio dellÂ’Autorità antitrust nazionale e della Commissione europea, le quali non potrebbero che osservare quanto segue.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie a tutti dei commenti.
Sono in generale d’accordo sulla diagnosi della cooperazione italiana come struttura vecchia e lenta, caratterizzata da carenza di risorse umane e infrastrutturali, da una cultura clientelare che non promuove l’apprendimento e l’innovazione tramite valutazioni di interventi passati, e basata su una legislazione ormai vetusta. Un chiaro esempio e’ stato un recente seminario organizzato da Action Aid Italia sul ‘sostegno diretto al bilancio’ come modalita’ di intervento (vedi il blog in inglese http://actionaiditaly.blogspot.com/2008/03/eu-donors-reflecting-on-gbs-in.htm
l dove si possono anche scaricare le presentazioni). Sia la vice-ministra uscente On. Sentinelli che il Sen. Mantica (responsabile per la cooperazione nel precedente governo Berlusconi) sono stati molto cauti rispetto agli altri donatori presenti, tra cui olandesi, britannici e spagnoli, che da tempo stanno sperimentando nuove modalita’ di canalizzazione degli aiuti. Anche la voce delle ONG italiane spesso non e’ tra le piu’ innovative, anzi… E purtroppo, la crisi di governo ha fermato il processo di riforma legislativa che era stato resuscitato negli ultimi due anni. Insomma, le prospettive non sono rosee, ma nel frattempo e’ importante far continuare il dibattito.

IPSE DIXIT

Alcune frasi sono state ripetute da Silvio Berlusconi nellÂ’ultima giornata di campagna elettorale. A distanza di poche decine di minuti lÂ’una dallÂ’altra alcune dichiarazioni contengono dati diversi. Ecco cosa abbiamo rilevato.

IL VULCANO ISLANDA

L’Islanda va verso il tracollo economico? In un paese caratterizzato a lungo da un’economia dirigista, le liberalizzazioni sono state incomplete. Ora i problemi sono molti: un forte indebitamento verso l’estero, un’inflazione che corre e una moneta sopravvalutata. Su tutto questo si innestano le turbolenze seguite alla crisi internazionale dei subprime. Ma nonostante la necessità di serie riforme, i fondamentali restano solidi. Gli islandesi, grandi lavoratori e con un buon livello di istruzione, avrebbero tutto da guadagnare dall’ingresso nell’Unione Europea.

IN MORTE DELL’ICI

L’abolizione dell’Ici è una vittoria dell’apparenza sulla sostanza. Proprio perché l’imposta riguarda l’80 per cento degli italiani, dovrebbe essere chiaro che gli stessi beneficiari dovranno pagare in altre forme quello che è presentato come un regalo. Il minor gettito dei comuni sarà compensato con trasferimenti dal centro. Ma mentre l’Ici si autoregola, un sussidio per definizione genera una domanda unanime di incremento. Tutto fa pensare che nella manovra su imposte nazionali per sostituirne una locale non ci sia alcun guadagno né di efficienza né di equità.

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