Le riforme del sistema pensionistico in Italia sono utili per leggere la dinamica del rapporto debito pubblico/Pil. Sono infatti un segnale dell’intenzione di spostarne i costi sulle generazioni future. E se il debito è già alto, i rischi sono enormi.
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Per la riforma delle pensioni la legge di bilancio stanzia circa 7 miliardi per i prossimi due anni. Ma l’anticipo pensionistico premia i già avvantaggiati lavoratori a regime misto. E probabilmente renderà necessaria una futura nuova stretta fiscale.
Le pensioni del futuro avranno un importo adeguato? La bassa crescita e l’alta disoccupazione dell’ultimo decennio le hanno già decurtate rispetto a quanto immaginato nel 1995. E la promessa riforma del sistema pensionistico non migliorerà la situazione.
La spesa per pensioni nel 2017 è stata di 286 miliardi di euro, il 16,4 per cento del nostro Pil. Lo certifica un rapporto dell’Inps, che ne descrive le principali caratteristiche. È un’analisi utile per andare oltre gli slogan su un tema così complesso.
Le pensioni d’oro sono “meritate”, ma se ne propone il taglio con un disegno di legge afflitto da errori tecnici grossolani. Non sono migliori le alternative ventilate da una parte della maggioranza. “Immeritate” sono le pensioni d’anzianità, che il governo vuole rilanciare.
La sostenibilità sociale della transizione verso il sistema contributivo richiede che le regole d’uscita siano uniformate estendendo ai lavoratori “misti” la flessibilità che la riforma Fornero riserva ai “contributivi puri”. Purtroppo, non è questa la strada imboccata dal governo.
Nel breve periodo, “quota 100” può contribuire a un ringiovanimento della forza lavoro, seppure aumentando in maniera strutturale la spesa per pensioni. Però, il problema di lungo termine sembra quello di creare opportunità di occupazione per tutti.
La bassa crescita economica mette in dubbio la futura sostenibilità del sistema pensionistico definito nel 1995. Ma il governo è impegnato su questioni di breve termine, come “quota 100”, la pensione di cittadinanza e i tagli per i pensionati d’oro.
Il disegno di legge sulle “pensioni d’oro” fa scelte inadeguate o incoerenti. Per uscire dal pasticcio della correzione attuariale, alcune componenti del governo indicano ora la via del contributo di solidarietà. Che però comporta altri problemi.
Qual è la giusta distanza tra pensione minima e massima? Per gli italiani il rapporto dovrebbe essere pari a 3,7 volte, con assegni tra 900 e 3.100 euro. Ma prima di tutto dovremmo decidere qual è il compito che il sistema previdenziale deve assolvere.