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Categoria: Scuola, università e ricerca Pagina 34 di 70

Scegliere bene oggi per lavorare domani

La disoccupazione giovanile in Italia è su livelli altissimi. Se la politica non riesce a trovare soluzioni strutturali, i singoli possono cercare di dotarsi dei requisiti considerati desiderabili sul mercato del lavoro. Ma come? Un aiuto dalle proiezioni sui lavori più richiesti tra dieci anni.

I giovani italiani bocciati in educazione finanziaria*

Un’indagine dell’Ocse sull’educazione finanziaria dice che i giovani italiani non hanno le conoscenze sufficienti per compiere le scelte rilevanti per il loro benessere economico. Che diventano sempre più complesse e importanti. Cosa fare per avvicinarci agli standard internazionali?

La mappa dell’ignoranza economica

I ragazzi italiani si classificano al penultimo posto nell’indagine Pisa-Ocse sulle competenze economico-finanziarie. Anche i dati per Regione non sono confortanti: le due che ottengono i risultati migliori arrivano appena alla media europea. Perché è una situazione difficile da modificare.

Dieci paesi dove vale la pena emigrare

 Molti giovani italiani cercano migliori opportunità di vita e di lavoro all’estero. Ma come scegliere il paese di destinazione? La classifica dei più interessanti per reddito pro capite, prospettive di crescita, facilità di fare business e accettazione degli immigrati. Non mancano le sorprese.

Donne sull’orlo di una crisi di competizione

Secondo una tesi diffusa, le donne ottengono minori riconoscimenti economici e sociali perché sono meno competitive degli uomini. Il concorso per l’abilitazione a professore universitario rappresenta un’occasione per verificarne la solidità. Avversione al rischio e bassa produttività scientifica. 

Come cambia la governance delle università italiane

A quattro anni dalla discussa riforma Gelmini, l’attenzione si concentra sugli effetti del nuovo sistema di reclutamento e valutazione dell’Anvur. Tre articoli sugli effetti attesi e inattesi della riforma.

Come complicare il funzionamento dell’università credendo di semplificarlo

EFFETTI DELL’ABOLIZIONE DELLE FACOLTÀ

“Semplificazione” è una parola chiave del programma di riforme dell’attuale Governo. E, per quanto riguarda il funzionamento dell’università, tutti – dal ministro al Cun ai docenti che lanciano appelli in rete – chiedono di renderlo più semplice. Ma la semplificazione organizzativa era già uno degli obiettivi principali della riforma del 2010.

Una riforma a due facce: la riorganizzazione amministrativa nei grandi e nei piccoli atenei

IL PERSONALE PRIMA E DOPO LA RIFORMA

La riorganizzazione amministrativa è uno degli aspetti meno dibattuti, ma più importanti, nel determinare le conseguenze dell’attuazione della legge 240 negli atenei.

Una verticalizzazione squilibrata: rettori, organi di governo e processi decisionali

LA VERTICALIZZAZIONE PREVISTA DALLA LEGGE 240

La riforma Gelmini aspirava a cambiare radicalmente le caratteristiche degli assetti di governo delle università italiane. In particolare, intendeva rafforzare le capacità di governo degli atenei al fine di superare quelle caratteristiche (il bicameralismo simmetrico, la logica corporativa e distributiva dei processi decisionali interni, l’incapacità a prendere decisioni strategiche) che erano ritenute una delle concause del loro cattivo funzionamento e dei loro risultati insoddisfacenti.

A scuola a cinque anni? I risultati peggiorano

Il ministro dell’Istruzione propone di anticipare a cinque anni la prima elementare. Ma chi comincia la scuola troppo presto ottiene risultati peggiori. La conferma da uno studio che confronta il rendimento scolastico con il mese di nascita dei bambini italiani. Un ritardo che non si recupera.

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