Negli ultimi concorsi a cattedra alcune novità hanno permesso di rendere la prova più funzionale. Ma molto resta da fare per riuscire a reclutare docenti preparati, competenti e il più possibile in sintonia con gli obiettivi prefissati. E ridare così credibilità all’intero sistema scolastico.
Categoria: Scuola, università e ricerca Pagina 38 di 71
I convitti nazionali hanno raggiunto il loro massimo splendore in epoca fascista. Dichiarati “enti inutili”, ma mai aboliti, attraversano oggi una nuova stagione di vitalità. Più casuale che orientata da chiare scelte di politica scolastica. Offerta formativa, risorse e risultati degli studenti.
Da quest’anno, un ottimo voto alla maturità permette di aggiungere punti ai risultati conseguiti nei test di ingresso alle facoltà a numero chiuso. Ma come evitare le ingiustizie? Meglio basarsi sulla performance assoluta dello studente o su quella relativa ai suoi pari? O affidarsi solo ai test?
La neoministro dell’Istruzione è chiamata ad affrontare subito questioni complesse come il reclutamento, la valutazione e la conseguente premialità nella scuola e nell’università. Sono temi spinosi, ma chi valuta e seleziona i percorsi formativi dei giovani non può sottrarsi a processi analoghi.
Si è diffusa la convinzione che un qualsiasi legame di parentela all’interno di un’università sia da etichettare come forma di nepotismo. Tanto che per limitare il fenomeno è stata anche approvata una legge. Ma è una norma discriminatoria perché l’evidenza empirica non giustifica i pregiudizi.
Preparare la domanda di ammissione a un master ha un costo notevole in termini di tempo e impegno. Ma anche di denaro: la cifra minima supera spesso i 400 euro. Una buona parte degli studenti non hanno le risorse necessarie per accedere alla competizione. Una soluzione interna al sistema educativo.
L’università pubblica italiana sembra trasferire risorse dai “ricchi” ai “poveri”, e non viceversa. Sebbene le fasce meno abbienti siano sottorappresentate nella fruizione dei servizi universitari, non lo sono a sufficienza per invertire l’effetto redistributivo dell’Irpef.
Nel giudicare l’equità del trasferimento di risorse implicito nel finanziamento pubblico degli atenei va considerato che i benefici associati all’acquisizione della laurea sono per lo più individuali. E una parte preponderante dei contribuenti meno abbienti non ha figli iscritti all’università.
Un documento di alcune associazioni contesta l’impianto e l’utilizzo delle prove Invalsi. Soprattutto negli esami di fine ciclo scolastico. Il rischio è di riaprire il vaso di Pandora delle contrapposizioni preconcette che ha bloccato il mondo della scuola italiana negli ultimi venti anni.
Nel prossimo Parlamento, aumenterà il numero di laureati. Sulle professioni, permangono le differenze della Seconda repubblica: più imprenditori, avvocati e dirigenti nel centrodestra; più impiegati, sindacalisti e politici di professione nel centrosinistra. Al centro, in ascesa medici e professori.