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Categoria: Società e cultura Pagina 27 di 32

Nel calcio vince la diversità

Circola la tesi che la magra figura della Nazionale ai Mondiali sudafricani sarebbe dovuta alla presenza di molti giocatori stranieri nelle squadre italiane. Ma se si guarda ai dati dell’ultimo campionato si vede che i club più eterogenei in termini di nazionalità dei calciatori tendono a segnare più goal rispetto a quelli più omogenei. Insomma, se adeguatamente gestita, la diversità offre opportunità di interazione e complementarietà di approcci, culture e sensibilità diverse, con effetti virtuosi su creatività e risultati. E non solo nel calcio.

Mai dire dimissioni

Al Mondiale sudafricano, nessuno ha ancora vinto, ma molti hanno già perso. Italia e Inghilterra hanno fallito sul campo. La Fifa nel suo arroccamento contro l’introduzione di qualsiasi tecnologia che possa coadiuvare gli arbitri nelle decisioni su situazioni dubbie. E i risultati si sono visti domenica. Eppure, nessuno dei responsabili dei fallimenti si è dimesso. Non lo hanno fatto i vertici della Figc italiana, né Capello che ha sottoscritto un contratto milionario per allenare gli inglesi. Né tanto meno il capo della Federazione internazionale Blatter.

Italia fuori. E Calderoli nel pallone

Nell’ansia di semplificare, il ministro per la Semplificazione Calderoli ha trovato, immediatamente dopo l’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di calcio, la diagnosi e la terapia dei problemi delle nostre squadre: troppi stranieri sui campi italiani e pochi giocatori allevati nei vivai nazionali. In realtà l’esperienza italiana e di altri paesi lo smentisce. I veri problemi del calcio italiano, seri e strutturali, sono gli stadi inadeguati e l’eccessiva dipendenza dei ricavi dalla televisione, aggravati da una mancanza di leadership a livello di Lega e Federazione.

Chi vincerà i mondiali? Ce lo dice il modello

Chi vincerà i Mondiali? Sono in molti a chiederselo in questi giorni e a fare previsioni. Comprese Jp Morgan, Ubs e Goldman Sachs. Un modello econometrico che utilizza dati tecnici e dati socio-economici indica quale nazionale ha più probabilità di arrivare alla vittoria finale. Le più accreditate sono la Spagna e l’Inghilterra, possibile outsider l’Olanda. Una previsione confermata anche utilizzando una diversa tecnica, l’analisi fattoriale. Per l’Italia invece le chance di vittoria sono davvero esigue.

Un modello da campioni del mondo

Chi vince il Mondiale di calcio del 2010? È una domanda alla quale tutti vogliono dare una risposta.  Alcuni prospettano la vittoria dell’’una o dell’’altra squadra in base a coincidenze astrali degli anni di svolgimento della competizione; altri propongono studi particolari più o meno approfonditi su variabili di ogni genere. Noi partiamo da una serie di dati statistici e tentiamo di stimare, attraverso un modello econometrico e un’’analisi fattoriale, la probabilità di vittoria delle diverse nazionali.

Siamo un paese ridicolo

Il ministro per la Semplificazione Calderoli se la prende con il presidente dell’’Inter, Massimo Moratti. Il problema, secondo il ministro, è che i soldi – tanti- che l’’Inter spende per i suoi calciatori e per i suoi allenatori vengono (anche) da incentivi pubblici per l’’energia prodotta con fonti rinnovabili e assimilate. Tra cui il “tar”, l’’ultima scoria della lavorazione del petrolio. “Questa è roba che un’azienda dovrebbe pagare per smaltire. Invece, grazie a una legge, c’’è chi la brucia e prende pure i soldi dallo stato per produrre energia pulita. Ma chi vogliono prendere in giro?”. Onestamente si fa fatica a capire. Calderoli è ministro. Se questi incentivi sono sbagliati, perché il Governo non li elimina subito? Chi dovrebbe farlo? Invece che queste sparate o le stucchevoli Robin Hood tax sui petrolieri, non sarebbe meglio che il Governo promuovesse una maggiore liberalizzazione del settore in modo da ridurre la bolletta delle famiglie? I soldi che ottiene dall’’attività di famiglia, Moratti è libero di spenderli come vuole. Perché non dovrebbe spenderli per calciatori e allenatori stranieri, cosa che sembra irritare Calderoli? Secondo il ministro, Moratti rimpiange i soldi spesi per il portoghese Mourinho? E allora perché il Milan aveva lo scorso anno il brasiliano Leonardo come allenatore? E che dovrebbero dire gli inglesi o gli irlandesi che hanno un allenatore della loro Nazionale italiano? Certo, l’’Inter ha avuto in questi anni delle grosse perdite. Tutte però ripianate dai soldi di Moratti. Molto peggio ha fatto il Real Madrid, con perdite ancora maggiori e con una esposizione verso le banche sempre crescente. Nel calcio, in tutto il mondo, non c’’è ancora un salary cap, cioè un monte salari che nessuna squadra può superare. Ciascuna squadra spende quanto vuole. Le regole possono essere cambiate – e il Presidente dell’’Uefa, Platini, sta lavorando a quello che lui definisce il fair play finanziario –  ma al momento Moratti non ha violato nessuna regola. Ha ragione Fabio Cannavaro quando dice che siamo un paese ridicolo. Solo noi abbiamo il ministro Calderoli, l’’amichevole Padania – Regno dei Borboni e un capitano delle Nazionale (quella vera) che, commentando un contratto milionario con una squadra araba sottoscritto a fine carriera, dice: “L’’ho fatto per una scelta di vita”.

Se la tessera del tifoso non piace alle società

Dal prossimo campionato le società di calcio dovranno emettere per i propri sostenitori una tessera del tifoso, nominativa e rilasciata solo dopo il nulla-osta della questura. A opporsi allo strumento sono però alcuni presidenti di club, in nome della libertà dei cittadini. Che è certo un valore da difendere. Ma lo è anche la sicurezza all’interno degli stadi, affidata finora ai poliziotti e pagata dai contribuenti. Perché allora se la tessera non piace, non se ne assumono l’onere le società, come già accade in Inghilterra?

L’Italia meritava l’Euro 2016?

La Francia organizzerà l’Europeo di calcio del 2016. I paesi in gara erano Turchia, Francia e Italia. La decisione dell’Uefa è essenzialmente politica, ma conta anche la valutazione di aspetti più tecnici della candidatura. A partire dalla situazione di stadi e infrastrutture di trasporto. Su questa base non c’erano grandi possibilità per il nostro paese. Eppure l’organizzazione di Euro 2016 poteva essere l’occasione per ristrutturare gli impianti. Con una partnership, però, pubblico-privato per impedire il ripetersi degli sprechi dei Mondiali 1990.

E SE GIOCASSIMO A BASKET IN BANCA?

La discussione sulle nuove regole per il sistema bancario è in un’impasse. Ma la crisi non è stata solo una conseguenza degli eccessivi rischi assunti dalle banche. E’ anche il risultato della quantità di denaro impiegata in questi rischi. Invece di mettere limiti alle attività delle banche, si può prendere esempio dalla Nba. Dove le squadre che superano il monte salari per i giocatori pagano una cifra corrispondente all’Associazione. Lo stesso principio si potrebbe applicare al rapporto tra debiti e asset degli istituti bancari.

TREMONTI, DOPO LO SCI IL CALCIO

Il Ministro Tremonti non è nuovo a cambiamenti di opinione improvvisi. Pochi mesi dopo aver introdotto la Robin Hood tax per tassare le banche per i loro eccessivi profitti è stato costretto ad approntare i Tremonti-bonds per ricapitalizzare alcune di esse (rimanendo peraltro assai offeso dal fatto che le due principali banche italiane abbiano snobbato i T-bonds). Dopo avere accusato la Unione Europea di essere -con la sua eccessiva burocrazia, l’invadente regolamentazione e l’euro troppo forte- la causa del declino economico italiano e la quinta colonna di una presunta invasione cinese di merci e persone, adesso il Ministro Tremonti ha scoperto un grande amore per l’UE. E ha proposto di creare una Nazionale della UE. “Dopo l’Erasmus sarebbe fantastico avere una squadra di calcio comune” (Corriere della Sera, 2 febbraio 2010). Il Ministro è certamente a suo agio con lo sci ma di calcio ne mastica evidentemente poco. Nel calcio la tradizione è (quasi) tutto. E’ per la tradizione che il Regno Unito conserva ancora gelosamente il privilegio di avere 4 squadre “nazionali” che competono separatamente a Europei e Mondiali. Senza che nessuno abbia mai sentito il bisogno di avere la squadra del regno Unito. Nel calcio le identità nazionali sono tuttora fortissime e siamo certi che le partite della nazionale UE sarebbero come un All-Star game: non se le filerebbe nessuno. Ma c’è una cosa che ci incuriosisce: che ne pensa della proposta Tremonti il neo-candidato alle elezioni provinciali di Brescia, Renzo Bossi, indimenticato Team Manager della Nazionale Padana?

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