Nel lungo periodo il grado di alfabetizzazione economica della popolazione influenza l’andamento dell’economia del paese. Perché da esso dipende il consenso dell’elettorato a riforme strutturali. Tanto che spesso le cattive politiche sono popolari, mentre quelle buone ricevono ben scarso sostegno. E infatti il populismo si fonda sull’ignoranza di concetti economici di base. Non ne sono esenti gli stessi uomini di governo. In particolare in Francia e Italia, c’è bisogno di politici “economicamente colti”. Sull’esempio del Cile degli ultimi anni.
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Il ricorso sistematico al protezionismo di parte è funzionale alla preservazione della tradizione ideologica, che identifica destra e sinistra con i fattori di produzione capitale e lavoro. Ma è al tempo stesso la ragione vera dell’incapacità di cambiamento della politica di fronte alla globalizzazione, della resistenza a estendere gli interessi politici al livello europeo, nonché della perdita di credibilità della politica e di chi governa. Ecco perché il Partito democratico e quello delle Libertà non possono ancora nascere.
In vista delle elezioni comunali della primavera 2006, alcuni sondaggi di opinione rivelavano che tra le maggiori preoccupazioni degli elettori delle grandi città metropolitane c’erano i problemi del traffico, della mobilità e dei servizi di trasporto. Ma la traduzione in atto dei programmi elettorali si è rivelata subito difficile e contraddittoria. Cominciamo, a quasi un anno da quelle elezioni, a vedere cosa si è fatto a Roma per il problema taxi.
L’affare Wolfowitz è un esempio lampante dell’incomprensibile sudditanza verso gli Stati Uniti che molti paesi dimostrano all’interno delle organizzazioni internazionali. Primi fra tutti quelli europei. Il presidente della Banca Mondiale non è difeso da nessuno, tranne Bush. I suoi giorni sono sicuramente contati. Tra qualche settimana al massimo darà le dimissioni “per motivi personali”. Ma lasciarlo andar via a testa alta è scandaloso e appanna l’immagine della Banca Mondiale, rafforzando per giunta l’impressione di strapotere Usa.
Il neo-presidente ha ricevuto dai francesi un mandato esplicito per il cambiamento. La sua filosofia e le sue priorità sono molto chiare: un mercato del lavoro più flessibile, uno Stato più snello e meno tasse. Però, per avere successo le sue proposte dovrebbero essere accompagnate dalla liberalizzazione dei mercati dei prodotti e finanziari. Quanto all’Europa, giocherà una partita difficile: più andrà avanti con le riforme all’interno, più dovrà apparire lontano dall’ortodossia di Bruxelles fatta di disciplina di bilancio, riforme liberali e libero commercio.
Scarsa la rappresentanza femminile in Parlamento e ancor più bassa nelle istituzioni locali. E’ un fenomeno che interessa tutti i paesi sviluppati. Ben vengano dunque gli interventi per aumentarne il numero. Ma la posta in gioco è un’altra: l’inclusione di caratteristiche, conoscenze, competenze e attitudini storicamente collegate alle donne e finora solo marginalmente integrate nella politica italiana. La socializzazione del genere nella sfera pubblica deve rappresentare un vero e proprio processo di apprendimento per la società politica.
Nonostante le dichiarazioni del leader al G8 di Gleneagles, non si materializzano i 50 miliardi entro il 2010 necessari al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Anzi nel 2006 il livello totale degli aiuti è diminuito. Anche la loro qualità lascia a desiderare. Quanto all’Italia, i nostri contributi sono scesi del 30 per cento nel periodo 2005-06 e sono fermi allo 0,20 del Pil. In più, sono meno efficaci della media e non rispettano i principi della Dichiarazione di Parigi. Non è ancora arrivata la svolta promessa dal governo Prodi.
Il nuovo contratto delle colf ha notevolmente alzato i minimi retributivi per le assistenti familiari. Un costo quasi proibitivo per le famiglie. Determinerà un aumento del mercato nero e un ritorno ai servizi pubblici, residenziali e domiciliari. Diventa sempre più urgente decidere come aiutare chi sceglie di tenere in casa una persona non autosufficiente, pur disponendo di mezzi limitati. Detrazioni più incisive, sostegni diretti e assegni di cura sono gli strumenti su cui occorre investire. Ma è fondamentale avere un disegno coerente.
Per bloccare la fusione Autostrade-Abertis, due ministri sono giunti a evocare una norma dello Stato che non esiste. Per niente chiari i motivi delle interferenze sulla vendita Telecom. Possedere un’impresa espone quindi a rischi diversi dai mutamenti delle condizioni di mercato o della tecnologia: il rischio politico costituisce un fattore autonomo e anche molto concreto. E diventa rapidamente un problema dei consumatori, quando si traduce in un maggiore costo del capitale e, di conseguenza, in un aumento, o in una minore diminuzione, delle tariffe.
Varato il disegno di legge delega sull’immigrazione. Il successo della proposta dipende dalla definizione di un quadro completo e coerente. L’esperienza passata, anche di altri paesi, insegna che l’inadeguata considerazione di alcune importanti tessere del complesso mosaico migratorio può minare l’efficacia degli interventi. Benefici da sistemi a punti sia all’ingresso che in itinere, schemi di return finance e di premialità per i paesi di origine e dall’applicazione delle sanzioni ai datori di lavoro che assumono clandestini.