Per combattere la povertà nell’Africa sub-sahariana è indispensabile la crescita del settore agricolo. Il potenziale è enorme, per territori agricoli ancora poco e male coltivati. I paesi dell’area lo sanno e propongono piani di sviluppo ambiziosi.
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L’ingresso in Italia di lavoratori stranieri è regolato da un percorso burocratico lungo e complesso, incompatibile con le esigenze dell’economia. Il problema riguarda in particolare agricoltura e turismo, che hanno bisogno di manodopera stagionale.
La situazione dei lavoratori stagionali in agricoltura è stata resa ancora più difficile dalla pandemia, mentre la regolarizzazione non ha dato risultati significativi. Servono soluzioni strutturali per dare dignità e sicurezza al lavoro degli “invisibili”.
La regolarizzazione doveva servire principalmente a colpire il caporalato in agricoltura ma è nel lavoro domestico che si è registrato il maggior numero di domande. Il problema è che si continua a gestire l’immigrazione con strumenti emergenziali.
La regolarizzazione di colf e lavoratori dell’agricoltura nella fase di emergenza sanitaria è stata una necessità. Ma bisogna tornare a discutere di una riforma strutturale dell’immigrazione, che privilegi ingressi legali e percorsi di inclusione.
Regolarizzare i braccianti stranieri irregolari potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno di lavoratori agricoli stagionali. È opportuno attivare i “corridoi verdi” previsti dalla Commissione europea, consentendo l’ingresso in sicurezza.
In tempi di emergenza sanitaria, si torna a parlare di regolarizzazione dei migranti. Andrebbe fatta per molti motivi, legati alla struttura del nostro mercato del lavoro. Un’analisi sulla sanatoria del 2002 ne indica gli effetti positivi per l’economia.
La regolarizzazione degli immigrati irregolari è oggi necessaria per ragioni di salute e di ordine pubblico. E va attuata rapidamente per riprendere il controllo del territorio. La bozza di decreto legge governativo è insufficiente su entrambi i fronti.
Un’estate torrida provoca danni ingenti all’agricoltura e più in generale all’economia. La gestione delle crisi è stata affidata fino a oggi a una cabina di regia, creata su base volontaria. Visti i successi conseguiti, ora va resa più istituzionale.