Le Bce ha proposto nuove rigide regole sui crediti deteriorati. All’inizio i costi per le banche italiane saranno alti. Ma il provvedimento potrebbe essere l’occasione per adeguare gli istituti di credito e il sistema paese ai migliori standard europei.
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Se si vuole che l’Unione bancaria diventi un pilastro della costruzione europea, bisogna trarre una lezione dai salvataggi delle banche italiane. La normativa comunitaria appare insieme complessa e lacunosa e non è attenta alla tutela del risparmio.
Intesa Sanpaolo si dichiara disponibile a sciogliere il groviglio creatosi sulle due banche venete in dissesto. A patto che non le costi nulla e che siano d’accordo le autorità europee: un esito per nulla scontato.
La proposta dei “safe bond” europei è certamente interessante, ma per funzionare deve essere accompagnata da un importante cambiamento della normativa prudenziale. Altrimenti, nessuno li comprerà e finiranno per penalizzare i paesi ad alto debito.
Le regole europee mettono un limite ai bonus dei banchieri, per evitare che si prendano troppi rischi. Ma chi gestisce i soldi dei clienti continua a ricevere lauti premi se ottiene buoni risultati, senza subire alcuna conseguenza nel caso opposto.
Nei rapporti tra banche e clienti, il problema numero uno è l’informazione. Nel libro pubblicato da Università Bocconi Editore, Angelo Baglioni accende un faro sulle insidie nascoste nei prodotti finanziari e non solo. Ecco un estratto della introduzione.