L’emergenza causata dal Covid-19 rischia di accentuare le disuguaglianze educative e nello stesso tempo il divario di genere nell’accesso al mercato del lavoro. Lo conferma uno sguardo ai dati sull’uso del tempo di bambini e genitori durante il lockdown.
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La chiusura prolungata delle scuole ha imposto ai genitori anche un ruolo “didattico”. Per aiutarli a svolgere questo compito è importante fornire loro strumenti semplici e chiari. Potrebbero rivelarsi utili anche per ridurre le disuguaglianze.
Il tema dell’infanzia, del sostegno alla crescita socio-educativa dei minori e alla natalità è strategico per lo sviluppo del paese. Ignorate per molto tempo, le politiche per l’infanzia sono ora di attualità. Ma il disegno riformatore deve essere coerente.
Il programma “Opportunitàzerosei” si rivolge a famiglie molto svantaggiate. Per alcune, lega i trasferimenti alla partecipazione a corsi di informazione. I risultati aiutano a capire quali sono gli strumenti più adatti a ridurre la povertà e la sua durata.
Bambine e bambini non praticano le stesse attività extrascolastiche e anche quelle svolte con i genitori sono diverse. Tutto ciò può influenzare il loro sviluppo cognitivo e non-cognitivo. Dunque, padri e madri dovrebbero sceglierle con cura.
Quasi tutti i partiti hanno una ricetta per risolvere il problema delle poche nascite. Probabilmente non sempre realizzabile. Ma quello che serve è un sistema articolato di misure stabili, che dia garanzie di medio-lungo periodo alle giovani coppie.
Se più mamme lavorano, più bambini vanno all’asilo nido. Con quali effetti sul loro sviluppo? Migliorano le abilità cognitive di chi proviene da situazioni di svantaggio. Ma durano di più le ripercussioni positive sulle capacità non cognitive.
I dati dicono che la povertà educativa ha raggiunto in Italia livelli allarmanti. Positivo dunque che il governo abbia istituito un fondo apposito, alimentato dalle fondazioni bancarie. Perché la misura sia efficace va però evitato il rischio di disperdere le risorse. Fondamentale la valutazione.
Le differenze di maturità fanno sì che i bambini più giovani nella propria fascia d’età partano svantaggiati, a scuola e nello sport. Se poi sono percepite come differenze di abilità, lo svantaggio si protrae. Lo confermano i dati sui calciatori di serie A. Riflettori sulle categorie giovanili.
Non c’è solo la povertà economica a rendere problematico il presente e il futuro di molti bambini in Italia. Esiste anche una più subdola povertà educativa. Un piano di Save the Children per migliorare l’offerta di servizi e la partecipazione dei minori alle attività culturali ed educative.