L’acquisizione del 9 per cento nel capitale di Commerzbank da parte di Unicredit ha riacceso il dibattito sulle possibili nuove fusioni bancarie in Europa, in particolare su quelle transfrontaliere. Quale atteggiamento adotterà la Bce verso l’operazione?
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È l’incertezza del quadro economico e geopolitico che ha spinto la Bce a optareper decisioni sui tassi di interesse prese di volta in volta, sulla base dei dati. Ma la completa rinuncia al controllo delle aspettative di inflazione suscita perplessità.
L’inflazione è stata guidata dall’andamento dei costi di produzione ed energia, mentre i rialzi dei tassi della Bce hanno frenato le aspettative di spirale prezzi-salari. Ora il problema è capire se ci sarà o meno il temuto rallentamento dell’economia.
La Bce continua a mantenere una politica monetaria restrittiva. Ma ancheun eventuale calo dei tassi non risolverà i gravi problemi dell’economia europea senza passi avanti nella realizzazione dell’Unione monetaria e dell’Unione del mercato dei capitali.
Il Quantitative easing ha lasciato in eredità un enorme surplus di risorse finanziarie a disposizione delle banche. La Bce dovrebbe chiarire qual è il suo assetto operativo. Per ridurre il trasferimento di interessi, va aumentata la riserva obbligatoria.
Nonostante il calo dell’inflazione, la Bce ha deciso di non ridurre i tassi di interesse. La Banca centrale è ora preoccupata per la dinamica salariale in alcuni paesi e per una nuova possibile fiammata inflazionistica causata dalle crisi geopolitiche.
Negli ultimi mesi l’andamento delle dinamiche inflazionistiche dell’area dell’euro è nettamente rallentato. La possibilità di una fase di bassa inflazione supera oggi quella di una nuova fiammata inflazionistica. La Bce dovrebbe invertire la rotta.
L’introduzione dell’euro digitale apre alcune questioni, come i limiti di detenzione sui depositi e la possibilità di corrispondere tassi di interesse. Per il legislatore il problema è definire lo strumento senza ledere l’indipendenza della Bce.
La riduzione dell’inflazione potrebbe essere dovuta non tanto al rialzo dei tassi, quanto alla fine della spinta iniziale del caro energia. La politica monetaria andrebbe allora corretta rapidamente perché così com’è avrebbe effetti solo recessivi.
Con le politiche “non convenzionali”, la Bce ha immesso centinaia di miliardi di euro di riserve. Dopo il rialzo dei tassi, fruttano enormi interessi per le banche commerciali. E probabili perdite per le banche centrali nazionali dell’Eurosistema.