La crisi dei rifugiati ha dato forza ai partiti populisti in Italia? Uno studio mostra che comuni grandi e piccoli reagiscono in modo diverso alla costruzione di centri di accoglienza. Gli effetti economici concreti sono scarsi, mentre conta la propaganda.
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Un report di OpenPolis mostra che il sistema di accoglienza italiano tra il 2017 e il 2018 si stava trasformando in un modello diffuso gestito principalmente da centri di accoglienza piccoli e medi. Con il decreto “sicurezza” questa tendenza ha subito una battuta di arresto e oggi si privilegiano i grandi centri gestiti da grandi organizzazioni.
L’inadeguatezza del modello Cara non significa che sia giusto spostare i rifugiati come pacchi verso destinazioni sconosciute e lontane. Perché comunque possono essere attuate forme di integrazione nella società locale, come a Castelnuovo di Porto.
I tagli alle risorse per l’accoglienza dei rifugiati e il pacchetto sicurezza finiranno per far aumentare disordine e illegalità. Perché salirà il numero delle persone a cui verrà negato asilo, ma non quello delle espulsioni, nonostante i proclami.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Luigi Di Maio sulla trasparenza del sistema accoglienza.
Per i rifugiati il 2015 si è chiuso male e il 2016 non promette niente di buono. Se per un breve momento è sembrata prevalere la cultura dell’accoglienza, ora si è tornati alla strategia del contenimento. Ma chi vive in situazioni di guerra continuerà a cercare scampo con ogni possibile mezzo.
La spesa dell’Italia per il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo è in linea con quella degli altri paesi UE. Anche in situazioni di emergenza come oggi o nel 2011. Anzi la cifra pro-capite per gli ospitati è inferiore rispetto a quanto garantito da Germania e Svezia. I flussi dai Balcani.