C’era anche l’India all’incontro della Shanghai Cooperation Organization. Ma New Delhi fa parte anche di altri gruppi di cooperazione, come i Brics, in funzione anticinese. Dietro il suo multi-allineamento motivi strategici e necessità tattiche.
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L’atteggiamento dell’amministrazione Trump sui dazi ha provocato molta incertezza nel commercio internazionale. E preoccupazione nelle opinioni pubbliche. Il tema suscita lo stesso interesse negli Usa? Dipende dal candidato votato alle presidenziali.

L’accordo raggiunto tra Ue e Usa riporta il negoziato sul terreno politicamente più gestibile di dazi, esenzioni mirate, quote e catene del valore industriali. Si evita così di aprire un confronto su valori e competenze regolatorie del mercato interno.
Il commercio può svolgere oggi le stesse funzioni coercitive della politica estera, della diplomazia o del potere militare. Da Marx a Hirschman, gli scienziati economici ci consentono di rintracciare le ragioni alla base delle politiche commerciali di Trump.
Gli attacchi degli Houthi sono un problema per il commercio internazionale di tutte le imprese europee. Ma lo sono soprattutto per le esportazioni delle aziende meno competitive e più piccole che rischiano di sparire dai più dinamici mercati asiatici.
L’economia mondiale sembra riconfigurarsi in gruppi integrati di paesi affini, sotto la sfera di influenza americana o cinese, in competizione per l’egemonia economica, politica e culturale. Per la Unione europea non sarà un percorso semplice.
In molti paesi cresce l’insofferenza verso la globalizzazione, ritenuta responsabile di varie problematiche, spesso dovute a norme nazionali. Eppure, molte sfide si affrontano meglio a livello globale, purché lo si faccia con regole chiare ed efficaci.