Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.
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Sondaggi e umori dei cittadini prospettano una sconfitta storica dei conservatori nelle elezioni britanniche del 4 luglio. Pesa la situazione economica, ma soprattutto la mancanza di idee sul futuro. Le posizioni dei laburisti e del redivivo Farage.
Le ultime elezioni politiche nel Regno Unito hanno regalato a Boris Johnson una vittoria schiacciante. I risultati consentono di tracciare un identikit del nuovo elettore conservatore: un colletto blu delle aree più povere, più giovane e con un reddito medio più basso di un tempo.
Si avvicinano le elezioni nel Regno Unito. Per una volta, parlare di scelta epocale non è un’iperbole. Una maggioranza per Boris Johnson significa l’approvazione dell’accordo raggiunto con la Ue. In caso contrario si andrà a un secondo referendum.
I governi orientati a sinistra fanno scendere il rapporto debito-Pil più di quelli conservatori, in Europa e in Usa. Ma il riconoscimento che l’indebitamento di oggi ha un costo per le generazioni future è messo in dubbio dal successo dei populisti.
Il voto popolare nel Regno Unito non ha premiato il governo Cameron. I conservatori ottengono la maggioranza per il crollo dei liberal-democratici, i laburisti perdono per il prevalere del nazionalismo scozzese. Un sistema non più bipolare e le richieste di una legge elettorale più proporzionale.