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Stabilità politica per la stabilità economica

L’Italia è obbligata a crescere. Altrimenti l’aspettativa che il nostro debito pubblico sia insostenibile potrebbe presto auto-avverarsi. Anche il ricorso all’Esm prefigurerebbe scenari drammatici. La stabilità del Governo deve essere utilizzata per le riforme strutturali. 

Il capitale civico per una crescita equilibrata

Gli squilibri macroeconomici dipendono anche da fattori culturali, difficilmente modificabili. Ciò non significa però che siano ineliminabili. Perché le politiche economiche possono svolgere un ruolo compensativo. E perché le differenze culturali all’interno della zona euro non sono poi così grandi.

Scenari troppo rosei dal Def

Nella nota di aggiornamento del Def la crescita dell’economia italiana prevista per il 2014-2017 è in ciascun anno superiore di mezzo punto percentuale a quella indicata dal Fondo monetario. Ma basterà questo per convincere gli investitori esteri a continuare a comprare il nostro debito pubblico?

Le fondazioni e i rischi di un legame mai spezzato

Le fondazioni bancarie possono contribuire a rendere il nostro sistema di intermediazione finanziaria più funzionale alla crescita delle imprese e degli investimenti. A patto di non ostinarsi a mantenere il controllo delle banche conferitarie, mettendo a rischio solidità reddituale e patrimoniale.

Le strane previsioni dell’Ocse sull’Italia

Sulla possibile ripresa dell’economia italiana è in atto una sorta di balletto delle cifre. Ma l’alternarsi di notizie e analisi contrastanti da parte delle istituzioni preposte alla formulazione delle previsioni contribuisce a rafforzare l’opinione molto diffusa che dei dati non ci si può fidare

La flessibilità rigida

Ce l’abbiamo fatta? Sono effettivamente aumentati i margini di manovra per la politica di bilancio italiana? E di quanto? La Commissione europea concede ai paesi che rispettano la soglia del 3 per cento, riferita al disavanzo effettivo, di deviare dall’obiettivo di medio termine del pareggio strutturale (vale a dire, del disavanzo corretto per il ciclo pari a zero). Purché, tuttavia, si continui a restare al di sotto della soglia del 3 per cento.

Quel che resta di Reinhart e Rogoff

Nonostante gli errori riscontrati nel lavoro dei due economisti, resta il fatto che la relazione tra crescita e rapporto debito/Pil diventa negativa superata una certa soglia. Che non sia possibile determinarne con esattezza il valore non significa che non esista, benché differenziata tra paesi.

Quella ricchezza che arriva da lontano

Il problema del debito non può essere risolto prescindendo dalla ricchezza privata. L’Italia dovrebbe chiedere un contributo a favore della crescita a quelle generazioni che hanno beneficiato di una tassazione del reddito troppo bassa. E dovrebbe mobilitare la ricchezza pubblica verso il credito.

Spazi di manovra

Le stime del Fondo monetario internazionale sull’aggiustamento del saldo primario strutturale per stabilizzare il rapporto debito/Pil nel 2020 al livello del 2012 mostrano un quadro favorevole per l’Italia. Perché molto è già stato fatto. E allora si aprono spazi per una manovra fiscale anti-ciclica.

Il blocco del credito e dello sviluppo*

Secondo il Fondo monetario, la principale vulnerabilità del sistema bancario italiano è oggi l’assenza di crescita economica. Per tornare allo sviluppo, sono necessari interventi che liberino i flussi di credito alle imprese. Il debito della Pa, i crediti deteriorati e l’avvitamento pro-ciclico.

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