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Tag: debito pubblico Pagina 11 di 12

Il Punto

La manovra dimezzata”: aggiornamento dell’articolo “Le sorprese della manovra” alla luce del negoziato del Governo con la Commissione europea.
Al vertice di Ferrovie si confrontano due concezioni molto diverse di privatizzazione e liberalizzazione. Da una parte quella che vuole mettere sul mercato azionario quote minoritarie del gruppo al fine di produrre cassa per il Tesoro ma perpetuando (forse peggiorandolo) lo status quo. Dall’altra chi pensa a privatizzazioni capaci di produrre concorrenza e far crescere nuovi operatori e mercati. È per questo che il presidente Marcello Messori ha rimesso le deleghe?
Imbottite di titoli del debito pubblico -soprattutto del nostro paese- le banche Italiane risultano nell’Eurozona le più invischiate nel circolo vizioso istituti di credito-debito sovrano. Lo dicono gli stress test della Bce. Che però sono stati particolarmente severi nel valutare il nostro sistema in un possibile “scenario avverso”.
Continua il confronto su come determinare il prodotto potenziale, indicatore che l’Europa usa per valutare le politiche di bilancio nazionali. Due economisti della Commissione europea ricordano che si tratta di un metodo condiviso che garantisce pari trattamento a tutti i paesi dell’Unione.
Giusto o sbagliato tagliare le ferie dei magistrati da 45 a 30 giorni? La risposta non è scontata come sembra. Perché la loro funzione comporta flessibilità del tempo libero ma anche del lavoro extra. E le nuove norme rischiano di portare altre complicazioni nell’organizzazione dei tribunali.
Come un fiume carsico, torna alla luce l’estenuante confronto politico sulla riforma elettorale. Rimane il pericolo di soluzioni pasticciate con espedienti di corto respiro per guadagnare nell’immediato. Bene invece guardare ai sistemi collaudati in altri paesi.
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Il rischio sovrano negli stress test

Gli stress test dicono molto anche per quanto riguarda il legame tra rischio sovrano e rischio bancario. La scelta di maggior trasparenza delle banche italiane si è rivelata penalizzante. Perché la Bce non ha concesso la facoltà di sterilizzare le variazioni delle “riserve availble for sales”?

Il Punto

Dove troveranno le regioni i 4 miliardi da tagliare previsti dalla legge di stabilità? Il grosso della loro spesa è nella sanità, in cui si annidano quasi 24 miliardi di sprechi e di mazzette. L’unica componente di spesa pubblica dove non ci sono stati tagli negli ultimi anni. Anche nei trasporti locali c’è spazio per realizzare risparmi significativi. Perché molti servizi sono sovradimensionati, i nostri costi sono tra i più alti d’Europa e le tariffe tra le più basse. Qui ci vuole una riorganizzazione complessiva del sistema. Passando sopra a clientele elettorali e interessi particolari.
Mezzo miliardo di euro per il bonus bebè alle famiglie con nuovi nati. Se sarà -come annunciato in tv- una misura universale, andrà in buona parte ai ceti medi sprecando un’occasione per dare un aiuto alle fasce di popolazione povera.
A che percentuale di possesso delle azioni deve scattare l’obbligo di Opa totalitaria? Per le piccole-medie imprese quotate, il decreto “Competitività” lascia agli statuti sociali stabilire la soglia tra il 25 e il 40 per cento. Un modello che forse potrebbe essere esteso alle grandi società.
La corruzione diminuisce il tasso di crescita del Pil. Ma davvero alimenta anche il debito pubblico, come sostengono vari studiosi? In realtà è difficile stabilire un rapporto causa-effetto. Non può perciò diventare un alibi per la spesa di denaro pubblico fuori controllo.
Un commento di Pietro Reichlin all’intervento di Tito Boeri “Dieci ragioni contro il Tfr in busta paga” e la replica dell’autore

Se la corruzione diventa un alibi per non ridurre la spesa *

La corruzione non è la sola responsabile dell’elevato indebitamento del nostro paese. E non basta contrastare il fenomeno per risolvere il problema. Le difficoltà incontrate da ogni tentativo di razionalizzazione della spesa appaiono un ostacolo maggiore alla creazione di un clima di fiducia.

Il Punto

In pochi giorni la legge di stabilità di Renzi, abbozzata come una manovrina, è diventata una manovrona da 36 miliardi, con tagli di spesa di 15 miliardi e peggioramento del deficit di bilancio. Forse è la scossa che ci voleva, ma con molti rischi. Che non arrivano tanto dal vaglio di Bruxelles (dove si potrà trovare un accordo) quanto dalla sua credibilità sui mercati internazionali e fra gli italiani. Speriamo che non avvertano lo stesso senso di provvisorietà che avvertiamo noi leggendo la manovra. In questi giorni abbiamo avuto un assaggio della tempesta che ci aspetta se l’Europa continua a latitare, prigioniera di governi nazionali che danno una risposta disordinata alla crisi e perseguono i propri interessi elettorali di breve periodo.
Dall’Iraq alla Siria, i paesi del petrolio medio-orientale sono un campo di battaglia percorso dalle scorrerie dell’Isis. Eppure il prezzo dell’oro nero tende a ridursi. Cerchiamo di spiegare questa contraddizione.
A confronto due grandi monopolisti: Ferrovie dello Stato e Autostrade per l’Italia. Hanno un potere politico ed economico enorme che nessuno sembra intenzionato a intaccare. Anche a livello europeo, un timido tentativo di liberalizzazione del settore ferroviario è stato bocciato dal Parlamento di Strasburgo.
Un commento di Umberto Lebruto, direttore produzione Rfi, e Marco Caposciutti, direttore tecnico di Trenitalia all’articolo di Ivan Beltramba “Quando il treno è inaccessibile

Quanto pesa la corruzione sul debito pubblico

L’elevato livello di corruzione del nostro paese ha influito sulla crescita del Pil e di conseguenza ha peggiorato la situazione della nostra finanza pubblica. Necessari provvedimenti coerenti che aumentino la probabilità di condanna e riducano nettamente i benefici per corrotti e corruttori.

Le conseguenze di un ripudio. Del debito

Il problema dell’Italia è l’elevato livello di debito pubblico, sopra il 130 per cento del Pil. Pensare che uscire dall’euro apra una strada facile per ridurne l’onere è illusorio. Sia il default sia la monetizzazione avrebbero pesanti conseguenze sull’economia reale.

Se il debito pubblico pesa anche sugli stress test

Le banche europee dovranno presto affrontare nuovi stress test. L’Eba chiede di applicare perdite di valore alle posizioni in titoli di Stato, particolarmente penalizzanti per quelli italiani. Con conseguenze negative per l’economia italiana e per il nostro sistema bancario e industriale.

Europa: un sogno diventato una gabbia?

Il nuovo libro di Luigi Zingales è una lunga riflessione sul passato e sul futuro dell’euro e dell’economia italiana. Errori di partenza e problemi dovuti a una specializzazione produttiva impermeabile alla rivoluzione delle nuove tecnologie.

I pericoli inediti della deflazione prossima ventura

Il rischio deflazione incombe sul mondo, in particolare su Europa e Italia. Non è la grande depressione degli anni Trenta, anche per la presenza di valvole di sicurezza sociale. Ma il margine sostenibile di intervento dei governi è molto più risicato, per l’elevato peso della spesa pubblica.

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