I dati sull’economia sommersa e illegale mostrano un drastico calo di questi due fenomeni nel 2020, maggiore del crollo registrato dall’economia regolare. Hanno avuto un impatto le restrizioni, ma anche gli incentivi ai pagamenti tracciabili.
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Nel 2015 il Pil italiano è cresciuto anche grazie al lieve aumento dell’economia illegale. Lo certifica un Report dell’Istat. Ma sarebbe necessario interrogarsi sulla scelta di considerare voci riconducibili alle attività delle organizzazioni mafiose.
La presenza della criminalità organizzata nell’economia del Nord Italia è ormai un fatto assodato. A confermarlo è una ricerca condotta sui fascicoli processuali aperti dal tribunale di Milano tra il 2000 e il 2010. I primi risultati indicano un ruolo predominante della ‘ndrangheta.
L’inclusione dell’economia criminale all’interno del Pil avrebbe un senso “economico” solo se l’Europa intendesse legalizzare quel tipo di attività. Così, invece, rappresenta solo una fonte di errori statistici incommensurabili. I concetti di “domanda di mercato” e “comune accordo tra le parti”.
Il nuovo sistema europeo di contabilizzazione prevede di inserire nei dati nazionali anche stime del fatturato prodotto da traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione e contrabbando. Per l’Italia significa un miglioramento nei rapporti tra debito e Pil e deficit e Pil. Investimenti in R&D.