Complessità e incertezze hanno caratterizzato la procedura per la concessione del credito d’imposta Zes, tanto da richiedere cambiamenti in corsa. Il ripensamento ha però fatto emergere indicazioni utili su come rendere più efficace l’agevolazione.
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Il passaggio dal bando all’avviso ha convinto vari comuni del Sud a chiedere le risorse per la costruzione di asili nido. Altri continuano a rinunciare, nonostante siano inadempienti rispetto alla quota di copertura. Per loro rimane una sola soluzione.
La proroga concessa dalla Commissione europea alla decontribuzione nelle regioni del Sud è l’ultima: dal 1° gennaio del 2025 l’agevolazione non sarà più compatibile con il regime europeo sugli aiuti di Stato. Che fare delle risorse stanziate sino al 2030?
Dal 2024 il credito di imposta per il Mezzogiorno si è trasformato in una nuova misura per la Zes unica. Riguarda sempre gli investimenti effettuati nelle otto regioni meridionali, ma sono cambiati criteri e modalità di accesso e fruizione. Sarà efficace?
Il decreto legge “Pnrr quater” chiarisce le conseguenze sulla finanza pubblica della riformulazione del Piano, nonché la diversa sorte delle misure che ne sono state escluse. Si tratta di una rimodulazione complessiva delle risorse per investimenti.
Lo stato di avanzamento degli interventi dei programmi finanziati con i fondi nazionali per la coesione è insoddisfacente. Pesa l’assenza di regole credibili e l’eccessiva polverizzazione dei progetti. Le prospettive per il nuovo ciclo di programmazione.
Il numero di studenti con redditi particolarmente bassi che accedono alle agevolazioni economiche per lo studio universitario è soddisfacente. Ma resta alta la percentuale di chi non ne beneficia pur avendo i requisiti. I motivi e le possibili soluzioni.
L’esclusione dal Pnrr di investimenti degli enti locali è dovuta anche ai target stringenti fissati dalla Commissione europea. Che sembra invece disponibile a prevedere obiettivi più facili da raggiungere per le misure che prevedono sussidi alle imprese.
Nel Pnrr sono rientrati progetti relativi a interventi già in attuazione e finanziati prima della redazione del Piano. Ora sono in buona parte tra quelli definanziati dalle modifiche accettate dalla Ue. Il confronto con operazioni simili sui fondi europei.
La modifica del Pnrr ha ridotto il numero di nuovi posti negli asili nido da realizzare, ma il governo ha confermato gli obiettivi di copertura per il 2026 e il 2030. Nel perseguirli, andrebbe tenuto conto delle lezioni del Pnrr e dei divari territoriali.