Per raggiungere gli obiettivi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici fissati dalla recente direttiva europea saranno necessari ingenti investimenti pubblici e privati. Indicazioni concrete arrivano da uno studio della Banca d’Italia.
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I cambiamenti climatici avranno ripercussioni significative sull’attività economica, nei più disparati settori. Un progetto di ricerca vuole misurarne gli effetti e dare un contributo all’individuazione di politiche di mitigazione e adattamento.
L’analisi empirica rigorosa migliora le politiche pubbliche e dunque rende il paese più ricco e più giusto. Un libro recente lo riafferma con esempi concreti. Ma su questo fronte l’Italia è in clamoroso ritardo. È arrivato il momento di recuperarlo.
I fondi europei hanno avuto pochi effetti sulla produttività nel Mezzogiorno. Risultati più positivi si hanno però per la spesa in infrastrutture e per quella rivolta ai territori con più elevati livelli di qualità istituzionale e urbanizzazione.
Grazie a metodologie statistiche rigorose, oggi è possibile verificare in che misura i trasferimenti al Sud abbiamo contribuito a sollevarne le sorti. Il quadro delineato da un pamphlet è sconsolante. Ecco quello di cui c’è bisogno per invertire la rotta.
Gli algoritmi, ormai sempre più presenti nella nostra vita, potrebbero aiutarci a indirizzare meglio i trasferimenti pubblici, come dimostrano due esempi. Ma occorre valutare gli effetti di una loro applicazione e fare molta attenzione alla trasparenza.
Le separazioni tra territori che fanno parte di un’unica giurisdizione possono derivare da motivazioni fiscali, ma anche da ragioni identitarie. Per esempio, nel 1963 Abruzzo e Molise sono diventate due regioni distinte. Con vantaggi per entrambe.
In Italia le differenze tra aree nel tasso di occupazione sono particolarmente persistenti. Una soluzione è favorire una maggiore mobilità della popolazione, che però dipende anche dai prezzi delle case. Cosa accade con più flessibilità nei salari.